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Pietro Deavi e Stefano Calzà si sono conosciuti qualche anno fa. Ad unirli c’è sempre stata la passione per la montagna che, dopo svariate escursioni insieme, li ha portati a scegliere di intraprendere un lungo viaggio “on the road” alla volta della Mongolia. Il prossimo luglio partiranno infatti, insieme a quella che sarà la loro unica certezza: “Sindy”, l’automobile che li accompagnerà durante questa rocambolesca avventura.
Da Trento alla Mongolia in auto: come è nata l’idea di questo viaggio?
Nel 2019 mi trovavo in Bosnia – racconta Stefano – e una sera, in un bar, conobbi Alessio: un giovane, reduce dalla “Mongol Rally 2018”, che mi raccontò di luoghi che non credevo nemmeno potessero esistere. Fu così che, una volta rientrato in Italia, parlai a Pietro di quella corsa non competitiva e fu lui stesso poi, un mese più tardi, a propormi d’iscriverci insieme. Nel novembre 2020, infatti (e con il dovuto anticipo), ci iscrivevamo per partecipare alla “Mongol Rally 2022”.
Che cos’è la “Mongol Rally” e come funziona?
Si tratta di una corsa non competitiva organizzata per beneficenza dall’associazione “The Adventurists”. Ogni anno dalla Repubblica Ceca partono intorno ai quattrocento veicoli per raggiungere la Mongolia. Sono solo tre le regole da rispettare: viaggiare su di un’auto di cilindrata inferiore ai “milledue”; essere nelle condizioni di potersi arrangiare, poiché l’associazione non fornisce alcun tipo di aiuto o soccorso durante la corsa (nemmeno se si rompe il motore dell’auto!) e per ultimo, ma non meno importante, è necessario raccogliere mille euro da donare in beneficenza. Al momento abbiamo provveduto a concludere la campagna per la raccolta fondi raccogliendo (volutamente) mille e cento euro, di cui cinquecento andranno a Cool earth , che si occupa di riforestazione e tutela delle comunità che abitano le foreste pluviali, mentre i restanti ad Operazione Colomba. Quest’ultima, è il Corpo nonviolento di Pace della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ed opera in zone in cui sono presenti conflitti. Abbiamo deciso di donare loro seicento euro poiché quello è il costo effettivo di un volontario per un mese di volontariato. In questo caso la donazione andrà a finanziare un campo in Libano dove al momento si trovano migliaia di profughi siriani fuggiti dalla guerra. Conclusa questa prima parte, si tratta ora invece di andare un po’ a pensare a quali sono le “spese vive”: passaporti, benzina, vitto e molti altri costi logistici che vanno irrimediabilmente considerati ed organizzati.
Leggi la seconda parte dell’intervista.
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domenica 28 Maggio 2023