Questo sito utilizza cookie tecnici e, previa acquisizione del consenso, cookie analitici e di profilazione, di prima e di terza parte. La chiusura del banner comporta il permanere delle impostazioni e la continuazione della navigazione in assenza di cookie diversi da quelli tecnici. Il tuo consenso all’uso dei cookie diversi da quelli tecnici è opzionale e revocabile in ogni momento tramite la configurazione delle preferenze cookie. Per avere più informazioni su ciascun tipo di cookie che usiamo, puoi leggere la nostra Cookie Policy.
Cookie utilizzati
Segue l’elenco dei cookie utilizzati dal nostro sito web.
Cookie tecnici necessari
Sempre attivi
I cookie tecnici necessari non possono essere disattivati in quanto senza questi il sito web non sarebbe in grado di funzionare correttamente. Li usiamo per fornirti i nostri servizi e contribuiscono ad abilitare funzionalità di base quali, ad esempio, la navigazione sulle pagine, la lingua preferita o l’accesso alle aree protette del sito. Comprendono inoltre alcuni cookie analitici che servono a capire come gli utenti interagiscono con il sito raccogliendo informazioni statistiche in forma anonima.
Prima parte6
cm_cookie_cookie-wp
Verifica l'accettazione dei cookie.
PHPSESSID
Identifica la sessione dell’utente tramite un valore alfanumerico.
I bambini restano tra le vittime principali nei conflitti armati. Nel 2019 sono stati almeno 24mila le violazioni che hanno coinvolto i minori nei teatri di guerra sparsi per il Globo. Il 9 giugno 2020 le Nazioni Unite hanno pubblicato un rapporto che analizza questo dato (sicuramente sottostimato) ed esamina cosa succede ai più piccoli durante i conflitti. In questo dossier tratteremo parte di questo lavoro concentrandosi sui casi di violenza sessuale, sulle guerre più letali, sul reclutamento di bambini soldato, sugli ostacoli agli aiuti umanitari, sugli attacchi a scuole e ospedali.
Per leggere l’articolo completo, clicca qui. Troverai tutti i focus, tra cui:
Chi fa cosa: il rapporto delle Nazioni Unite
I bersagli: scuole e ospedali
Ostacolare l’accesso umanitario
Guerre letali per i più piccoli
Il rapporto rileva che circa 10.173 bambini sono stati uccisi (4.019) e mutilati (6154) nel 2019 nei conflitti. Le cause di morte includono incendi, armi leggere e di piccolo calibro, scontri di terra, uso di armi esplosive in aree popolate e uso eccessivo della forza da parte degli attori statali.
L’Afghanistan si conferma il conflitto più mortale per i bambini, con un aumento del del 67% rispetto all’anno precedente. In Mali nel 2019 si è stato verificato un numero senza precedenti di vittime infantili, il 91% nella regione di Mopti. In Myanmar, l’intensificarsi dei combattimenti nello stato di Rakhine ha triplicato il numero delle vittime infantili. Il 25% delle morti tra i bambini nei conflitti del mondo sono state causate da resti esplosivi di guerra, ordigni esplosivi improvvisati e mine antiuomo. L’Iraq e le Filippine hanno avuto la più alta percentuale di queste vittime.
Violenza sessuale e rapimento
I casi accertati di di stupro e di altre forme di violenza sessuale sono stati 735, anche se il rapporto rileva che si tratta di un numero ampiamente sottostimato. Il maggior numero di episodi si sono verificati nella Repubblica Democratica del Congo, in Somalia, Repubblica Centrafricana, Sudan e Sudan del Sud. I casi attribuiti agli attori statali sono quasi raddoppiati rispetto al 2018, “rafforzando – si legge – la paura delle ritorsioni e di stigmatizzazione per bambini e famiglie disposti a denunciare le violenze sessuali”. Violenza sessuale, tra cui stupro, stupro di gruppo, schiavitù sessuale e matrimonio forzato, rimangono una tattica di guerra che colpisce in prevalentemente le ragazze. Le Nazioni Unite hanno poi verificato il rapimento di 1.683 bambini. Oltre il 95% dei casi sono stati perpetrati da attori non statali, principalmente in Somalia, Repubblica Democratica del Congo e Nigeria. I bambini sono stati rapiti per reclutamento, uso e violenza sessuale o riscatto.
Twitter:
mercoledì 6 Dicembre 2023