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Stesso problema, soluzioni contrarie. In Italia, come in Norvegia, c’è un problema di sovraffollamento nelle carceri. Il sistema carcerario italiano è stato tacciato dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo di essere disumano, mentre quello norvegese è stato incoronato dal Times come quello più umano nel mondo. Entrambe però si ritrovano sul groppone qualche migliaio di detenuti in eccesso. Le carceri italiane dovrebbero ospitare meno di 50mila detenuti, e invece ne accolgono 54.200 – il che è sicuramente meglio di quanto avveniva l’anno scorso, quando il numero totale era di 64.835. Queste cifre hanno costretto il Governo italiano ad approvare il decreto “svuotacarceri”: eliminazione laddove possibile della custodia cautelare, risarcimenti temporali o monetari ai reclusi in condizioni disumane, benefici per gli under 25. Insomma, per migliorare la vita in carcere si è scelto di mandare dietro le sbarre il minor numero di persone possibile.
Dall’altra parte c’è la Norvegia. Lì la questione del sovraffollamento è in gran parte dovuta al processo di ammodernamento delle strutture penitenziarie: non c’è posto perché stanno ristrutturando o costruendo un nuovo carcere, una situazione transitoria.
Da noi non c’è posto perché non c’è posto, e basta. Invece di ampliare le carceri, noi cerchiamo di svuotarle un po’, o di riempirle meno, il che equivale almeno in parte a dire che le pene emesse hanno un valore relativo, da rapportare alla metratura delle nostre strutture penitenziarie.
Ma torniamo alla Norvegia: lì, nelle carceri più lussuose del mondo, con finestre, bagni privati, televisori – perfino saune e campi da tennis, nella struttura a bassa sicurezza di Oslo – si registra uno dei tassi di recidività più bassi al mondo.
Non sarà mica che i norvegesi hanno capito che prendere un criminale e trattarlo come un uomo è meglio che trattarlo come un animale? Che abbiano compreso che incattivire una persona – la quale già una volta ha commesso un reato – non sia esattamente il fine di una sistema di detenzione e rieducazione?
Sta di fatto che la soluzione al sovraffollamento carcerario norvegese è stata quella di domandare all’Olanda di ospitare alcune centinaia dei propri detenuti. Non sarebbe una prima volta per le carceri olandesi, che hanno già accettato 550 detenuti belgi. Anzi, per il sistema penitenziario olandese sarebbe un toccasana: se in Italia e in Norvegia c’è carenza di spazio, in Olanda ce n’è in eccesso, rendendo superflua la presenza di molte strutture detentive. Non solo: accettando la proposta norvegese, come ha affermato il Ministro della Giustizia olandese Fred Teeven, si potrebbero salvare 700 posti di lavoro.
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domenica 28 Maggio 2023