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Non si può negare che Will Smith sia stato il protagonista indiscusso della notte degli Oscar 2022: prima per uno schiaffo in pieno viso a Chris Rock, poi per aver ricevuto il suo primo Oscar come attore protagonista per l’interpretazione di “King Richard”.
Dello schiaffo si è detto di tutto: c’è stato chi ha parlato di trovata pubblicitaria e chi di gesto preparato a tavolino, ma una buona fetta di audience ha condannato il gesto per “mascolinità tossica”. L’azione, infatti, è stata portata avanti al poco elegante grido di “Tieni il nome di mia moglie fuori dalla tua f***a bocca”. Il motivo? Una battuta, decisamente fuori luogo, sull’alopecia della moglie dell’attore. Ed è così che Will Smith, ferito per l’affronto alla sua compagna, si immedesima in Rambo, sale sul palco degli Oscar e colpisce Chris Rock al viso.
La scena, in un momento critico come quello attuale, dove la violenza è all’ordine del giorno sulle notizie e sui social media, colpisce come un pugno allo stomaco. Smith, che pochi minuti dopo riceve l’Oscar, non si scusa con il presentatore, ma si autogiustifica dicendo che si è sentito in dovere di difendere la moglie, “una delle donne più forti e delicate che abbia mai incontrato”.
Ed è così che si è persa un occasione. Il comprensibile istinto di protezione manifestato da Smith nei confronti della compagna avrebbe potuto tradursi, ad esempio, nel salire sul palco per esigere delle scuse, senza ricorrere alla violenza. La mano di Smith, anziché spalmarsi sul viso di Rock, avrebbe potuto cingere la vita della moglie in un abbraccio di supporto in quel difficile momento di umiliazione ingiustificata. Le opzioni avrebbero potuto essere migliaima alla violenza verbale si è risposto con quella fisica.
Oggi, grazie a questo gesto di forza bruta, nessuno parla di quanto sia inaccettabile che, nel 2022, una persona possa ancora fare del body-shaming su quella che è, a tutti gli effetti una malattia, ma si parla solo di come l’azione di Smith potrebbe essere assimilabile all’azione di un uomo che la esercita sulla compagna. Per quanto questo argomento sia fondamentale e critico, in questo caso specifico si è perso di vista parte del problema, ovvero che Rock non avrebbe dovuto fare una battuta del genere. E perché farla proprio ad una donna? Abbiamo mai assistito a spiritosaggini inerenti la calvizie maschile durante la notte degli Oscar? E quante di queste battute erano indirizzate a persone specifiche?
In questo caso, la violenza è certamente duplice: da un lato Smith che, seppur animato da buoni propositi, si erge a violento paladino della giustizia e dall’altro Rock che, animato dal desiderio di divertire a tutti i costi, si fa gioco di una persona malata. Due emblematici, seppur differenti, esempi di machismo. Due ruoli, non proprio da Oscar.
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domenica 28 Maggio 2023