“L’Unione Europea non può rassegnarsi a essere spettatrice”: Paolo Gentiloni al Festival dell’Economia
Un’Europa economica ma un’Europa anche politica. È da quando i padri fondatori decisero di disegnare l’Unione Europea che si parla della necessità di unire i Paesi del continente sotto il segno non solo di una stessa moneta, ma anche di una politica e di una difesa comuni.
Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’economia ed ex presidente del Consiglio italiano, l’ha sottolineato più volte nel corso dell’incontro “Un mondo cambiato: sfide e opportunità per un’Europa protagonista”, nella mattina di sabato 4 giugno, dialogando con il vicepresidente esecutivo dell’Ispi Paolo Magri e con il direttore de Il Sole 24 Ore Fabio Tamburini.
Non c’è tempo per i messaggi di scoramento, ha affermato Gentiloni. “La guerra in Ucraina ci pone di fronte alla possibilità di un nuovo ordine futuro – ha detto -, e in questa sfida penso che l’Unione Europea sia fondamentale; un’Unione Europea capace di essere una grande potenza non solo dal punto di vista economico e commerciale ma anche dal punto di vista strategico”.
Gentiloni ha parlato della decisione di prolungare per tutto il 2023 la clausola di sospensione del Patto di stabilità e crescita, uno dei pilastri della politica di bilancio dell’Unione Europea. “Non va considerato come un via libera per una spesa illimitata – ha però aggiunto -; si tratta di una misura previdenziale che consente una maggiore agilità di risposta alla crisi ai governi nazionali”. Bisognerà ripensare il Patto di stabilità e crescita, che è stato disegnato una trentina d’anni fa. “Attualmente la regola stabilisce che il debito non può superare il 60% del Pil – ha detto Gentiloni -: questa era la media del debito pubblico dei 12 Paesi all’epoca firmatari dei trattati. Se oggi applicassimo lo stesso criterio, la cifra aumenterebbe a un 97,5%”.
Il metodo PNRR, secondo Gentiloni, potrà aiutare a ripensare anche il Patto di stabilità e crescita. “In inglese lo chiamiamo ownership – ha aggiunto -, perché ogni Paese ha presentato il suo Piano, che è stato sottoposto al vaglio della Commissione e poi approvato dal Consiglio europeo”. Il PNRR è una misura straordinaria e legata al Covid ma, ha detto Gentiloni, “la storia insegna che, se le cose funzionano, possono essere ripetute e messe a servizio di altre grandi sfide strategiche, come la difesa comune e la crisi climatica”.
Se con Tamburini Gentiloni ha discusso di economia, con Magri ha affrontato anche il ruolo politico dell’Unione Europea. “Non penso ci sia nulla di inquietante – ha affermato il commissario europeo rispetto alla scelta della Germania di aumentare la spesa per la difesa -, ma ritengo che si debba scommettere sulla difesa europea”. È da anni che se ne parla ma, secondo Gentiloni, la guerra in Ucraina smuoverà qualcosa nel dibattito politico. “La consapevolezza, ora, è che un attore economico e politico come l’Unione Europea, uno dei principali portatori di valori positivi che ci siano nel mondo, non possa non avere degli strumenti per difendere i propri interessi”.
Diversa, secondo Gentiloni, la funzione della Nato, a cui la Finlandia – Paese rinomatamente neutrale – ha aderito. “La Nato non è un soggetto politico ed economico che difende i propri interessi in giro per il mondo – ha precisato Gentiloni -; è un’alleanza difensiva di fronte a quella che è una minaccia attuale”. Il commissario europeo ha quindi chiesto al pubblico se immagina che, in futuro, la Nato possa occuparsi delle questioni nel Sahel o in Medio Oriente al posto dell’Unione Europea. “Siamo la superpotenza tranquilla – ha concluso Paolo Gentiloni -, per usare un’espressione del ministro Tommaso Padoa-Schioppa; una realtà di cui il mondo, sempre più ‘carnivoro’, ha bisogno. Altrimenti saremo solo spettatori di un’accresciuta tensione tra due potenze mondiali. E questo non è un ruolo a cui l’Unione Europea può rassegnarsi”.
Attualità
Twitter:
mercoledì 22 Gennaio 2025