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Foto di Darya Tryfanava, Unsplash.
Dagli intramontabili mercatini che riempiono le vie, dove perdersi tra mille chincaglie armati di una massiccia propensione alla scoperta, alle più moderne ed efficienti applicazioni per smartphone: tra vere occasioni e qualche abbaglio, il mercato del second hand – dell’usato o del vintage che dir si voglia – è un mondo ricco, in continua crescita e abbastanza vasto da comprendere ogni settore, non solo l’abbigliamento! E allora, scopriamo di più di questo interessante fenomeno che caratterizza così tanto il nostro presente.
Solo in Italia quello dell’usato è un mercato che vale ben 24 miliardi di euro e che interessa 23 milioni di persone. Numeri destinati a salire, basti sbirciare quanto recentemente riportato dall’Osservatorio Second Hand Economy, diretto nel marzo 2021 da Bva Doxa per Subito e giunto alla sua ottava edizione, che mostra quanto ogni anno il second hand attragga un numero di interessati sempre maggiore. Chi sono? La fascia di età tra i 35 e i 44 anni si conferma essere la maggiore fruitrice, ma ci sono anche i giovani laureati, i giovanissimi della Generazione Z e le famiglie con bambini. Insomma, la tendenza ad acquistare di seconda mano ha saputo conquistare un po’ tutti.
Il volume di affari generato è – sempre più – online, che da solo arriva a costituire il 49% del totale e che dal 2014 al 2021 è passato da 5,4 a 11,8 miliardi di euro, crescendo di 1 miliardo ogni anno. Fare acquisti vintage ma farlo online è una combo tra vecchio e nuovo che piace, perché molti lo considerano più veloce rispetto al tradizionale giro tra negozi e bancarelle, perché presenta una scelta più vasta e perché – divano sempre nel cuore – consente di fare acquisti restando comodamente seduti a casa. Cosa si compra online? Anche qui, di tutto un po’: dall’abbigliamento agli accessori, dai libri all’informatica, dai casalinghi ai motori.
Ma cosa spinge tante persone ad atterrare, e a mettere stabilmente radici, nel variegato pianeta del second hand? Per chi compra, innanzitutto, è il risparmio la motivazione principale per preferire l’usato al nuovo, ma anche la certezza, in crescita, che sia un ottimo modo per contrastare gli sprechi grazie alla pratica del riuso. Per chi vende, invece, l’urgenza è prima di tutto quella di svuotare casa, togliendosi da sotto gli occhi, una volta per tutte, le tante carabattole che da troppo tempo giacciono abbandonate negli angoli più bui. E per monetizzare, s’intende.
Talvolta, però, il fiuto dei consumatori avvezzi al vintage è fine, molto fine, e mira, più che al semplice risparmio, alla ricerca del pezzo unico che saprà distinguerli in un mondo così omologato. Ci sono poi gli acquirenti sensibili e romantici, a caccia di oggetti che possano raccontare una storia, la storia di chi li possedeva prima, di chi li ha amati, odiati, vissuti. Ecco allora che conoscere il passato di un oggetto diventa fondamentale, un valore aggiunto – anche economico – che permetterà di prendere parte a un racconto iniziato altrove nel tempo e nello spazio e che ora prosegue nelle nostre mani. Talvolta alcune storie potranno essere costruite ad hoc, ma ad ogni modo basta crederci per trasformare un oggetto qualunque in un poetico amuleto, da conservare gelosamente… magari per il prossimi acquirente!
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martedì 31 Gennaio 2023