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Come sarà il negozio del futuro? A lanciare questa domanda nell’alveo del bando “Generazioni” è il collettivo bolzanino “The Chioskito”, fondato da Hernán Cacace insieme a Giulia Palaia e Lorenza Troian. Incontro Giulia e Lorenza su Zoom e chiedo loro anzitutto: “Cos’è un negozio?” “Con ‘negozio’ intendiamo tutti gli spazi che si affacciano sulla strada e che hanno una qualche funzione, anche non strettamente commerciale. Una caratteristica fondamentale del negozio, per noi, è la relazione umana. Il negozio è il cuore pulsante della vita di un quartiere, è un luogo di incontro e scambio. Se pensiamo al negozio del futuro, ci interessa sapere non tanto cosa venderà, ma che tipo di spazio sarà. Abbiamo lasciato correre la fantasia, ma mai al punto da ideare progetti totalmente irrealizzabili”.
“Mappatour” – questo il nome del progetto ideato da “The Chioskito” – fa in effetti riferimento ad un quartiere preciso di Bolzano: il quartiere Don Bosco. “Né io né Lorenza siamo del quartiere”, precisa Giulia. “A lavorare su Don Bosco ci ha spinti il nostro partner, ‘CoolTour’, un progetto che fa capo all’associazione ‘La Strada/Der Weg’. Avere una visione esterna può essere un vantaggio. Serve ovviamente documentarsi, siamo partite quindi intervistando esercenti e residenti di Don Bosco. I dati raccolti sono stati la base di partenza per la ‘residenza’, un’esperienza di convivenza intensiva che si è svolta a Villa delle Rose da venerdì 16 a domenica 18 luglio”.
Mi faccio raccontare meglio. “La residenza è stata un momento di scambio e di creazione. Hanno preso parte sei giovani dai 19 ai 30 anni. Tutte persone che abitano nel territorio altoatesino, che studiano, e che hanno forti competenze in ambito artistico (ma non solo). All’interno della residenza è intervenuto Oscar Bettini, attore e drammaturgo bolzanino. Le attività da lui proposte hanno favorito lo scambio e il team building, valorizzando la dimensione della corporeità. Avete mai provato con degli amici a contare: ‘uno’, ‘due’, ‘tre’, lasciando che ogni numero venga detto da una persona diversa, ma senza un ordine prestabilito o senza dire ‘vado io’ o ‘tocca a me’? Per non sovrapporsi, bisogna capirsi solo con gli sguardi: non è per niente facile”.
La residenza è stata anche il momento principale per pensare al negozio del futuro. “Abbiamo incrociato i dati delle interviste con le idee e le sensazioni dei ragazzi, dando poi spazio alle idee. Sono nati così tre progetti, tutti diversi sia per contenuto, sia per tecniche artistiche utilizzate. A metà settembre si svolgerà una mostra che presenterà alla cittadinanza i nostri risultati. Non facciamo spoiler a nessuno, se siete curios* seguiteci sui social e venite a trovarci!”
Ho un’ultima domanda per Giulia e Lorenza: “Perché a Don Bosco ci sono così tanti spazi sfitti?” “La causa principale, secondo i negozianti da noi intervistati, è l’e-commerce. Altre cause sono i centri commerciali e il coronavirus, che ha peggiorato ulteriormente le cose. Sia chiaro: non abbiamo soluzioni in tasca. Ma qualche spunto di soluzione, con il nostro progetto, pensiamo di averlo dato. E soprattutto, ci premeva ricordare che ogni quartiere ha le sue strade, e degli spazi che si affacciano su quelle strade. Ogni quartiere ha i suoi negozi”.
Aggiornamenti sul progetto “Mappatour” sono disponibili sugli account social del collettivo “The Chioskito”.
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martedì 6 Giugno 2023