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“Dove vai vestita così?”
“Caspita oltre che bella sei anche brava” (Espressione quanto mai sorpresa)
“Cosa ci fanno due belle ragazze tutte sole?”
“Sei nervosa. Hai proprio bisogno di farti s….”
Oppure… “Hai le tue cose?”
“Quanti uomini hai avuto?”
“Cucini così bene che sei proprio una donna da sposare…”
“Dai! Non piangere come una femminuccia.”
“Cioè tu vai da un ginecologo uomo? Oddio che vergogna…”
“Ah tu fai la prof? Fortunati i tuoi alunni…”
Colloquio di lavoro: “Vuole avere figli?”
“Dovresti essere contenta se ti guardano…”
Il compagno: “Allora stasera mi aspetto di trovarti vestita tutta sexy per me…”
(Certo! Perché noi donne non vediamo l’ora di interpretare il ruolo dell’amante perfetta, dopo aver magari lavorato 9 ore, pulito, lavato, stirato, aiutato i figli con i compiti, cucinato, portato fuori il cane, fatto la spesa e guardato l’agenda 350 volte per non dimenticare gli impegni sportivi dei bambini).
“Tu non me l’hai data!” Oppure “Tu non me la dai.” (Il primo articolo della costituzione recita infatti l’inequivocabile e imperitura unica mansione della donna: DARLA!)
“Mamma mia. Sei proprio una femminista…”
“Quella lì non è stata capace di tenersi un uomo…”
In cassa: donna: “Pago io”. Uomo: “Non si preoccupi, faccio io, prenda questi.”, con occhiata di grande complicità da uomo a uomo (o, nel caso di cassiera donna, imponendo l’ineludibile e atavico diritto inalienabile all’ autorità suprema di tutti i padri fondatori).
“Quella per stare dove sta chissà, cosa ha fatto.” (Occhiolino da veri machi)
Sono solo 19 frasi, non ne manca una, ma ne mancano centinaia: modi di dire, parole comuni, frasi fatte alle quali nemmeno facciamo più caso. Eppure è certamente il caso di farle notare, visti
– I dati riguardanti gli stipendi delle donne: “Secondo uno studio dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) condotto su circa 70 nazioni – che copre quindi l’80 per cento della popolazione mondiale di lavoratori e lavoratrici dipendenti – le donne in media guadagnano il 20 per cento in meno degli uomini” (Internazionale).
– I dati sulla crisi del lavoro, in epoca covid: “I numeri sono impietosi e dicono che sul fronte dell’occupazione le più danneggiate dalla crisi sono le donne.” (Corriere della sera) .
– Il “simpatico” quiz: “Sul questionario della Asst Rhodense ci sono voci riservate «solo alle donne»: “Preparazione del cibo”, “Governo della casa” e “Biancheria” ( Il Messaggero).
– “Da inizio 2021 ci sono stati 7 femminicidi, più di uno a settimana, e il numero va a sommarsi a quello del 2020, quando 91 donne sono stata ammazzate. Secondo i dati dell’Istat, nei primi 6 mesi 2020 i femminicidi sono stati il 45% del totale degli omicidi, contro il 35% dei primi sei mesi del 2019” (La Repubblica).
Dati allarmanti degli ultimi mesi, cosa fare? Iniziamo dalle parole, come queste, che ogni giorno silenziosamente giustificano, acclarano e legittimano questi numeri.
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giovedì 7 Dicembre 2023