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Atlante delle Guerre ci offre una panoramica globale sull’evoluzione del virus e soprattutto della risposta di Paesi, governi, continenti e persone. A questo link potete leggere l’intero report con le infografiche interattive e l’indice per saltare alla regione del mondo che vi interessa.
Crescono le ingiustizie e la fine dell’incubo è lontana
Dice il direttore regionale europeo dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Hans Kluge, che per far finire la pandemia bisognerà vaccinare almeno il 70% della popolazione mondiale. E’ stato lapidario, il direttore: la campagna di vaccinazione nel Vecchio Continente, ha spiegato, è “troppo lenta. Non pensate che la pandemia di Covid19 sia finita. Il nostro migliore amico è la velocità, il tempo sta lavorando contro di noi, la campagna va ancora troppo lenta. Dobbiamo accelerare, dobbiamo aumentare il numero di vaccini”.
I dati gli danno ragione: nei 53 Paesi e territori che compongono la regione europea dell’Oms, inclusi diversi Stati in Asia centrale, solo il 26% della popolazione ha ricevuto la prima dose di vaccino contro il Covid19. Nell’Unione Europea solo il 36,6% della popolazione è stato vaccinato con almeno una dose e il 16,9% ha terminato il ciclo vaccinale.
Insomma, siamo lontanissimi in Europa da una copertura seria, figuriamoci nel resto del Mondo. Africa e Asia annaspano. In America Latina, cadono teste e ministri sull’altare della disorganizzazione e della mancanza di vaccini. Economie, democrazie e collettività escono pesantemente colpiti dal virus. Il numero di Paesi che, in nome dell’emergenza, ha visto calare drasticamente il proprio livello di democrazia è cresciuto in modo esponenziale, in questi mesi.
Un disastro che, dal punto di vista geografico, colpisce soprattutto l’America Latina e i Caraibi, l’Europa e l’Asia centrale. Dal punto di vista umano, invece, sono le donne a subire la cosa in modo sproporzionato. L’occupazione femminile è diminuita del 5% nel 2020, rispetto al 3,9% di quella maschile, 112 milioni di donne corrono il rischio di perdere il proprio lavoro entro breve e quindi il proprio reddito. Ciò è evidente in Medioriente e Africa del Nord, dove le donne rappresentano solo il 20% della forza lavoro, ma le perdite di posti di lavoro dovute al Covid19, secondo le stime, incideranno sull’occupazione femminile per il 40%. In generale, ricordiamolo, le donne rappresentano oltre il 70% della forza lavoro impiegata in professioni sanitarie o lavori sociali e di cura. Ad essere massacrata, poi, è l’occupazione giovanile, scesa dell’8,7%.
Mentre tutto questo accade, c’è chi sta meglio di prima. In solo nove mesi, infatti, le 1.000 persone più ricche del mondo hanno recuperato tutte le perdite create dal Covd-19. Ai più poveri – dicono sempre gli esperti – serviranno 10 anni. Una ingiustizia evidente. Ma, d’altro canto, questa pandemia è ingiusta. Uccide in modo disuguale. Le statistiche raccontano, ad esempio, che I brasiliani di ascendenza africana hanno il 40% di probabilità in più di morire di Covid-19 rispetto alla popolazione di origine europea. Negli Stati Uniti, 22.000 cittadini afroamericani e latino-americani sarebbero ancora vivi se il loro tasso di mortalità fosse stato uguale a quello dei bianchi. L’unica soluzione, per ora, resta quella indicata dal direttore Kluge: fare in fretta. Fermare la corsa del virus significa poter riprendere la vita normale e tentare di ricostruire economie e collettività. Sperando che, nel frattempo, di danni creati dalla malattia non siano diventati permanenti
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lunedì 5 Giugno 2023