Questo sito utilizza cookie tecnici e, previa acquisizione del consenso, cookie analitici e di profilazione, di prima e di terza parte. La chiusura del banner comporta il permanere delle impostazioni e la continuazione della navigazione in assenza di cookie diversi da quelli tecnici. Il tuo consenso all’uso dei cookie diversi da quelli tecnici è opzionale e revocabile in ogni momento tramite la configurazione delle preferenze cookie. Per avere più informazioni su ciascun tipo di cookie che usiamo, puoi leggere la nostra Cookie Policy.
Cookie utilizzati
Segue l’elenco dei cookie utilizzati dal nostro sito web.
Cookie tecnici necessari
Sempre attivi
I cookie tecnici necessari non possono essere disattivati in quanto senza questi il sito web non sarebbe in grado di funzionare correttamente. Li usiamo per fornirti i nostri servizi e contribuiscono ad abilitare funzionalità di base quali, ad esempio, la navigazione sulle pagine, la lingua preferita o l’accesso alle aree protette del sito. Comprendono inoltre alcuni cookie analitici che servono a capire come gli utenti interagiscono con il sito raccogliendo informazioni statistiche in forma anonima.
Prima parte6
cm_cookie_cookie-wp
Verifica l'accettazione dei cookie.
PHPSESSID
Identifica la sessione dell’utente tramite un valore alfanumerico.
Sono passati 21 anni da quando la Naughty Dog, casa di sviluppo videoludico, ha scelto di affiancarsi alla Sony, sfornando titoli importanti e sonoramente acclamati come Crash, The Last of Us e Uncharted. Tra sequel e versioni rimasterizzate i numeri sono altissimi. Uncharted, in particolare, è stato capace di non deludere mai le aspettative con i cinque giochi che ne portano il nome, e allora perché no? Perché non provare a spostare il tutto sul grande schermo?
Con Mark Whalberg, nei panni di Victor “Sully” Sullivan e Tom Holland, in quelli del protagonista Nathan Drake, il presupposto sembra esserci, ma se per realizzare questo film sono stati necessari molto tempo e ancora più fatica, un motivo ci sarà pure. La difficoltà del tutto sta proprio nel salto da uno schermo collegato a una console a quello in formato maxi di un cinema: manca l’interazione che, ovviamente, era alla base di Uncharted come videogioco, tutto basato su rompicapo e scene sparatutto. La parola chiave è proprio “interazione” nel cercare di capire cosa c’è che non va nel film diretto da Ruben Fleischer, reo di aver accettato uno di quei film che “non s’ha da fare”.
Tom Holland calza a pennello nell’idea di Nathan Drake che il film ci vuole dare: è ancora giovane, pieno di sogni, speranzoso nei confronti del mondo, non è di certo il barbuto e più “serio” Drake che molti hanno potuto giocare per PlayStation 3, 4 o Vita. Anche Mark Whalberg, a cui doveva essere assegnato in precedenza il ruolo di protagonista, ricopre bene il ruolo di mentore, quasi paterno, dell’erede del famigerato pirata Sir. Francis Drake. Ecco, se c’è qualcuno a cui invece è andata al meglio è proprio Whalberg: prima della pandemia sembrava un attore finito, ora si è tornati a discutere e parlare anche di lui.
Il film non ha troppe pretese e pecca, per assurdo, nel voler essere così vicino al videogioco: è sufficiente pensare alle molte scene di azione o con al centro enigmi, ispirate qua e là all’originale. Senza pensare al fatto che i tanti, troppi, clichè rendono la trama fin troppo semplice.
Ora però diamo a Cesare quel che è di Cesare: non è un film diretto da Kubrick né tantomeno scritto da Charlie Kaufman. Non avremmo potuto sperare, al giorno d’oggi, in un prodotto in grado di surclassare tutti i film precedenti a questo, ma appartenenti allo stesso filone. Uncharted si lascia guardare senza impegno: non rimpiangerete il costo del biglietto, specie se tendete alla passione per i film ricchi di esplosioni.
Per quanto riguarda Tom Holland, c’è da spezzare una lancia in suo favore: lo si potrebbe definire come un moderno Harrison Ford, un Indiana Jones dei giorni nostri. Più light, meno generazionale e con un cellulare touch screen in dotazione al posto di un frustino. La fortuna della Sony è stata proprio questa: avere un attore protagonista che sta funzionando da calamita per tutti i suoi fan che, senza dubbio, sono accorsi numerosissimi al cinema per guardare “il terzo Spiderman” in un ruolo totalmente diverso dall’ultimo ricoperto nel Marvel Cinematic Universe.
Unico tip per la visione in sala: non alzatevi durante i titoli di coda, la Sony non poteva perdere l’occasione di dare il via ad un franchising cinematografico basato su “Uncharted”, restate seduti fino alla vera fine.
Twitter:
domenica 28 Maggio 2023