Se aguzzo un poco lo sguardo mi pare quasi di scorgerli. Appiccicaticci, nonostante i climatizzatori al massimo, per via dei trenta gradi all’ombra, con mani e labbra rese unte da fritte ghiottonerie take away. Avventurieri e motivati, conficcati nelle loro piccole automobili ‒ per le quali più d’uno deve ancora pagare diverse rate ‒, incolonnati per raggiungere una delle incantevoli località balneari della Penisola italiana.
Per una settimana, i più fortunati per due, tutti legittimati a sconnettere il cervello e a concedere ai neuroni (ancora) attivi uno stacco dalla routine. Poco male se, per potersi permettere pochi giorni da sogno, si è dovuto scaricare il nonno da quella vecchia cugina che lui tanto detesta e se il cane, invece, l’hanno addirittura abbandonato in uno spiazzo vicino ad una fattoria.
Da oggi, stop ai pensieri. Seppur per poco tempo, si può dire addio a quella vita monotona, scandita da appuntamenti improrogabili e fastidiose seccature, e lasciare quel tugurio cocente in cui ormai si arranca per via della calura.
Finalmente ci si potrà affrancare da undici mesi di stress e di preoccupazioni: poco male se l’acqua del mare sarà tutt’altro che limpida e l’aria non certo scevra di quei fumi tossici rilasciati dalla vicina area portuale. Da domani, spaparanzati, abbronzati e sorridenti, saranno i rotocalchi rosa e le notizie di calciomercato a regnare incontrastati.
Ma per intanto si rimane imbottigliati, la coda è chilometrica. In una delle migliaia di auto, l’uomo si dispera per non aver dato ascolto a quella vocina in testa che gli sibilava di partire alle cinque del mattino, la donna inveisce contro la macchina davanti e la figlia se ne rimane zitta con gli auricolari nelle orecchie. Grazie al cielo, radio, cellulari e dispositivi elettronici vari, fondamentali cordoni ombelicali con la vita, garantiscono l’irrinunciabile afflusso di informazioni dal mondo.
La fila riparte, e ora via a tutta birra. I balli di gruppo e i tormentoni estivi, che da mesi impazzano, sono già lì ad attenderci.
28 anni, giornalista free lance, laureato in Scienze del Servizio Sociale. Lettore accanito, scrittore dallo stile conciso e diretto, vorrei arrivare un giorno a sfamarmi con i proventi derivanti dalle opere che compongo. Qualora non fosse possibile, prima di morire di fame, potrei seriamente prendere in esame la prospettiva di mangiare la carta che ho insudiciato con l'inchiostro :-D
Panem et circenses.
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martedì 10 Settembre 2024