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Caro politico corrotto (Cpc),
ma quanto sarebbe bello poterti scrivere una lettera* e ricevere risposta a tutte le domande che voglio porti? Se tu fossi un servitore del Popolo, eletto dal cittadino e quindi al suo servizio risponderesti ad ogni mia domanda.
Ecco, ti domanderei: come ti senti? Ma non in un momento qualsiasi: come ti sei sentito quando nel tuo salotto, in ciabatte, accanto alla tua devota moglie, circondato dalla tua onorevole prole, hai letto sui giornali dei 35 inquisiti del MOSE? O magari l’hai letto mentre sorseggiavi un caffè in Transatlantico, circondato dai tuoi pari – si fa per dire. Ecco, cos’hai sentito? Un brivido gelido ti ha percorso dal ciuffo laccato fin giù al mocassino? Il tuo stomaco ha fatto nodi che solo il Capitano della Findus potrebbe sciogliere? Ti sei sentito mancare, ti sei afflosciato nel tuo completo fresco di lavanderia? Oppure hai voltato pagina indifferente, sicuro che tu sei troppo furbo e non ti prenderanno mai?
Ma tu, Cpc, ti senti almeno un po’ colpevole? O vedi nella corruzione il necessario sistema scientifico post-ideologico per mandare avanti l’Italia? L’affermazione di Di Pietro «Tangentopoli non è mai terminata, è anzi divenuta uno stile di vita» è per te un’assoluzione?
Cpc, quando entri in Parlamento, cosa vedi? Dividi mentalmente le bancate tra destra e sinistra o adotti un sistema trasversale, punteggiando i seggi di corruttibili e non corruttibili? O adotti pure tu la massima del Forcaiolo, secondo il quale «a certi livelli non esistono innocenti, solo colpevoli non ancora presi»?
Cpc, ma il tuo vicino di banco, in Parlamento, quello che non rubba**, lo vedi come un patetico sfigato, un ingenuo che non ha ben capito il Sistema Italia? O è un uomo che tu non hai avuto l’onestà di imitare? O semplicemente non lo vedi?
E ancora, Cpc, quando hai iniziato la tua carriera, la pensavi così? Quando per la prima volta il tuo bel faccione smagliante è stato impresso sui cartelloni elettorali, sapevi già di dover comprare un portafoglio con un innumerevole numero di tasche? O è cominciato tutto per caso, e dal panettone a Natale si è passati al Rolex e da qui si è arrivati alla tua segretaria che gira la città con una ventiquattr’ore da far invidia alla Banca d’Italia?
Ultima domanda a cui non risponderai, Cpc: io che – come il più degli italiani – sono stato elettore di almeno un corrotto, ben che vada di un inquisito tornato a casa per il rotto della cuffia… Io, che ti ho mandato lassù per difendere gli interessi della gente come me e che ti vedo portare avanti i tuoi luridi affaracci…, io, secondo te, cosa sono?
* Perché una lettera sarà sempre meglio di una molotov contro la sede di un partito
** Voce del verbo ‘rubbare‘, come disse Franco Evangelisti, il Camerlengo di Andreotti: «Er becraun è questo: che noi qua avemo rubbato tutti».
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mercoledì 22 Marzo 2023