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“Da dove si viene e dove si va” – Marianna Malpaga
Casa. Da dove si viene e dove si va.
Mentre camminava, Margherita teneva tra le mani le chiavi di quella che, fino a quel momento, era stata casa sua. Erano mani nervose, le sue, perché sapeva che di lì a poco avrebbe dovuto riconsegnare quel mazzo ai suoi affittuari. La aspettavano una partenza, un’altra casa e un’altra vita. Mentre passeggiava – o meglio correva, vista l’agitazione – i ricordi affioravano e la fagocitavano nel mondo che stava dietro di lei, quello in cui aveva vissuto sinora. Le cene con i suoi coinquilini, tutte quelle ore passate sui libri domandandosi “Ma servirà?”, la palestra due volte in settimana, i caffè e gli aperitivi con le amiche parlando di quel professore di francese che, solamente a nominarlo, le spuntava il sorriso. La nostalgia premeva e premeva, e lei si chiedeva: “Ma dove altro posso andare, io? Esiste forse un altro luogo, oltre a questo, dove io possa stare?”. Era la paura che la assillava a ogni nuovo inizio, che le annebbiava la mente e le offuscava gli occhi e il cuore. Le mani le sudavano mentre stringeva quel mazzo di chiavi. Cercava di farsi forza con un mucchio di frasi fatte, per dirsi che, in fondo, sarebbe andato tutto bene. Quelle sono le frasi che impediscono di pensare che, per ogni domanda, esiste una risposta che è nostra e solo nostra, alla quale nessun altro potrà mai giungere.
I pensieri che le davano forza erano come un mucchio di cartoline da posti lontani. Luoghi in cui era stata o che avrebbe voluto visitare. Il cortile di casa di sua nonna, dove giocava quando era bambina, fingendo che sarebbe potuta diventare qualsiasi cosa avesse voluto: una scrittrice, soprattutto, anche se ora quando prendeva carta e penna il solo pensiero di essere trasportata in un mondo che fosse altro rispetto a quello in cui c’era una ragazza che stringeva un mazzo di chiavi tra le mani le faceva paura. Poi c’erano i libri, i baluardi della sua felicità. In un libro puoi trovare tutto: la gioia, la tristezza, una storia che volevi assolutamente conoscere… Ma anzitutto l’animo umano. Con i libri capisci le persone, sono come fotografie che ti inquadrano in modo spietato: tu sei questo, e un libro l’ha descritto prima ancora che potessi pensarlo o perfino esserlo. Con i libri entri nella psiche di tutti: sono spietati, i libri. Hai presente quella persona che se ne sta lì, sempre in disparte, o quella che invece sembra odiare tutto e tutti? Ecco, se leggi un libro ti rendi conto di come, dietro ad ognuno, ci sia un mondo, un vaso di pandora, un viaggio di cui spesso si legge solo la destinazione, senza mai visitare davvero quel posto. I viaggi. Un altro pensiero che riaffiorava nella sua testa. Margherita si chiedeva se, dopo un anno di pandemia, abituata a stare davanti al computer e a conoscere le cose senza mai usare veramente il senso della vista sarebbe riuscita a viaggiare di nuovo. A incontrare di nuovo, a conoscere di nuovo, usando tutta se stessa: occhi, cuore e cervello.
C’erano i pensieri che, a fiotti, le scorrevano nella testa, mandandola in tilt perché non riusciva a concentrarsi su una sola cosa. E, alle volte, è questo che salva: concentrarsi su una cosa sola, lasciando per un momento tutto il resto in disparte. Oltre ai pensieri, però, c’erano quelle chiavi, quel mazzo che stringeva tra le mani sudate e nervose. Le avrebbe riconsegnate tra poco, dicevamo, e non sapeva ancora quale porta avrebbe aperto in futuro. Avrebbe voluto essere sicura, ma non lo era; avrebbe voluto sapere, ma non sapeva. L’unica cosa che riusciva a sentire in quel momento era la sua ansia. Un’angoscia che le comunicava, in fondo, una cosa: era viva. “Forse può essere considerata casa anche il cammino, anche se non sai verso quale direzione ti porterà”, si disse. Era una risposta preconfezionata, certo, ma per dare la sua personale interpretazione c’era ancora la strada. Tanta strada da percorrere, e i suoi passi incerti, sì, ma anche vivi e danzanti.
Casa. Da dove si viene e dove si va.
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venerdì 8 Dicembre 2023