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“Da quanto tempo l’uomo si interroga sul cosmo?”
La rilevanza di questa domanda risiede nella sua risoluzione: nel corso del tempo, infatti, è molto cambiata la concezione che l’essere umano aveva di sé e della sua collocazione all’interno del cosmo immenso. La nostra conoscenza, oggi, è maggiore rispetto al passato ma non sappiamo cosa il futuro ci riservi. La spinta verso l’ignoto, insita nell’essere umano, è da sempre la forza motrice della ricerca. La conoscenza di questi luoghi inesplorati apre il nostro sguardo a numerosissime opportunità di investigazione dello spazio profondo.
Sin dalla preistoria i nostri antenati rappresentavano in modo stilizzato stelle e pianeti sulle pareti delle loro caverne. Seguendo la nostra linea del tempo, la storia ci conduce poi a scoperte sempre più sorprendenti, grazie soprattutto alle numerosissime innovazioni tecnologiche: un esempio è il rudimentale ma efficace telescopio con cui Galilei, per primo, riuscì a osservare i satelliti di Giove, bassi sull’orizzonte.
Dopo di lui, a partire dal XVIII secolo, numerosi fisici, matematici e astronomi hanno sentito il bisogno di dare un significato alla profondità dello spazio nel quale si erano improvvisamente trovati immersi: grazie a loro si sono poste le basi per la cultura cosmologica moderna (la cosiddetta scienza classica), in netto contrasto con il sistema di pensiero aristotelico-tolemaico (con cui Galilei stesso si era scontrato).
Durante i due secoli successivi si sono fatti grandi passi avanti nel comprendere la natura del cosmo: scoperte come l’esistenza di miliardi di galassie e l’espansione dell’universo hanno rivisitato la scienza classica, la quale non era più sufficiente per raffrontarsi con la complessità del reale. Si può quindi affermare che, nel corso dei secoli, l’umanità ha subìto un’esperienza di decentrazione della sua collocazione cosmica.
Oltre alla ricerca sul campo, negli ultimi tempi la mente umana si è dilettata anche nella produzione scritta e cinematografica. Nel primo caso un valido esempio è il libro “Tutto l’universo per chi ha poco spazio tempo” di Sandra Savaglio: in sole 300 pagine l’astronoma cerca di raccogliere il maggior numero di scoperte scientifiche che risalgono soprattutto al secolo scorso. Nel secondo basti pensare al film “Interstellar” – pura sinergia tra scienza e settima arte – per la realizzazione del quale ci si è rivolti al fisico teorico Kip Thorne .
Forse, nella profondità dello spazio, un giorno troveremo le soluzioni a molti problemi che affliggono l’umanità da secoli… ma fino a quel momento continueremo a studiarlo e indagarlo in maniera attiva, al massimo delle nostre possibilità, andando sempre un passo oltre. Non troveremo mai la soluzione a tutti i problemi, ma proprio la presenza di misteri e domande aperte aggiungono ulteriore fascino a quello che già deriva dalla bellezza estetica di molti corpi celesti.
Namane Imen
Busetto Paolo
Articolo realizzato dagli studenti del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci (Tn) nell’ambito del laboratorio di scrittura giornalistica volto alla rielaborazione e alla comunicazione del progetto START “Viaggio tra cosmo e immagine”.
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domenica 2 Aprile 2023