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Il telescopio raccontato da Galileo Galilei

Chi ha inventato il telescopio? Molti di voi, che state leggendo, sarete sicuramente tentati di rispondere: “Galilei!” Ma siamo sicuri sia così semplice? Forse no, così abbiamo deciso di chiederglielo di persona, con un’intervista!

Ci troviamo in Toscana, ad Arcetri, nell’anno 1641. Non è stato per niente facile trovare il posto giusto: Galilei vive in un’abitazione piuttosto isolata, ma allo stesso tempo molto tranquilla.

Buongiorno, ci scusi Signor Galilei, non vorremmo rubarle del tempo prezioso per i suoi studi, ma vorremmo porle alcune domande riguardo uno strumento che lei conosce molto bene: il telescopio…

Buongiorno ragazze, sono felice di vedere ogni tanto volti nuovi, quindi sarò onorato nel rispondere alle vostre domande! Comunque… il telescopio? Ah! Quello strumento atto a mostrar vicino ciò che si trova lontano! Ahimè, con l’avanzare della cecità, non posso nemmeno più usarlo…

Quindi le voci secondo cui è lei l’inventore del telescopio sono tutte vere?

A dir la verità, il telescopio non è stata propriamente una mia invenzione: gli Olandesi lo sanno bene, ma forse alcuni pensano che sia stato io perché sono stato il primo, qui in questa penisola, ad usarlo. Per quel che ne so, le prime lenti furono costruite, all’inizio del secolo, da alcuni ottici olandesi che le applicarono a strumenti, se mi è lecito, alquanto rudimentali, ma tant’è… Tuttavia è grazie al mio amico astronomo Hans Lippershey che io venni a conoscenza di questo strumento. Capii subito il suo grande potenziale e cercai di perfezionarlo nel migliore dei modi; il mio scopo era infatti quello di usarlo per osservare ciò che più mi affascinava: il cielo. Una volta soddisfatto del mio lavoro, ne mostrai la prima applicazione a Venezia nell’estate del 1609.

Come è fatto quindi? Quali sono le sue caratteristiche?

Essenzialmente è un tubo munito all’estremità di due lenti – una obiettiva piano convessa, e una oculare piano concava – guardando attraverso le quali gli oggetti lontani appaiono più vicini. Proseguendo i miei studi, riuscii a migliorarlo aumentando il potere di ingrandimento. Ne costruii di due tipi: uno che mi consentì di osservare le macchie solari, chiamato elioscopio, e uno che fu fondamentale per misurare le distanze tra Giove e i suoi satelliti, denominato micrometro. Ve ne mostrerei uno ma non ne ho qui al momento.

Grazie Signor Galilei! Sa, i telescopi di oggi sono molto cambiati, ce ne sono di terrestri ma anche di spaziali: satelliti o sonde spaziali lanciati con lo scopo di osservare pianeti, stelle e addirittura galassie e buchi neri! Il più famoso è sicuramente il telescopio Hubble, in orbita da oltre 30 anni, che ha permesso di effettuare scoperte rivoluzionarie come l’età dell’universo, la dimensione della via Lattea, la conferma dei buchi neri al centro delle galassie e la nascita delle stelle e dei pianeti attraverso straordinarie foto.

Musica per le mie orecchie! Certamente immaginavo che in futuro, con le nuove tecnologie, si potesse scoprire molto di più sull’immensità che ci circonda ma, allo stesso tempo, non pensavo si potesse arrivasse a tanto!

Margherita Bebber

Miriam Facchinelli

Articolo realizzato dagli studenti del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci (Tn) nell’ambito del laboratorio di scrittura giornalistica volto alla rielaborazione e alla comunicazione del progetto START “Viaggio tra cosmo e immagine”.

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