Serie A: il focus della 3^ giornata
Va in archivio la terza giornata di serie A, con risultati e tabellini da consegnare agli almanacchi. Fa rumore la sconfitta della Juventus, in crisi di risultati e d’identità, in casa di un Napoli, al contrario, in grande spolvero; brilla il colpo della bellissima Fiorentina targata Vincenzo Italiano che sbanca il fortino orobico di Gasperini; ottimi spunti di riflessione ce li darebbe la vittoria esterna del Venezia, nello scontro salvezza con l’Empoli. Scegliamo però di dedicare il nostro consueto focus alla notizia che ha fatto più scalpore di tutte: l’esonero – dopo appena tre turni e altrettante sconfitte – di Eusebio Di Francesco, neo allenatore dell’Hellas Verona.
La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno ed in breve tempo è rimbalzata di social in social e di testata in testata. Fulmine a ciel sereno, s’intenda, non tanto perchè sia cosa inusuale – in questi tempi in cui le sconfitte, nello sport come nella vita, vengono sempre meno tollerate – ma perchè totalmente in controtendenza con la linea societaria scaligera.
Andiamo dunque ad analizzare, per punti, alcuni fattori che hanno portato all’ennesimo esonero per una delle figure professionali, sulla carta, più preparate e apprezzate del panorama calcistico italiano che però, nelle ultime tre annate, pare aver perso totalmente la bussola ed essersi lasciato andare sulla corrente di un parabola discendente del tutto inattesa.
– La garra: al netto di un bel gioco espresso dalla squadra, il segnale più preoccupante agli occhi della società (e della piazza) è stata la perdita di quella garra che aveva fatto le fortune del Verona di Juric, capace di giocare alla pari contro qualsiasi avversario, colmando il gap tecnico con corsa, agonismo e propensione al “non mollare mai”. Ci sarebbe molto da discutere, al netto di un dichiarato intento di continuità con la gestione tecnica precedente, su quanto adeguata sia stata la scelta di un allenatore la cui filosofia calcistica è votata al fraseggio “elegante” e, in generale, al bel gioco. Ma tant’è.
– La preparazione atletica: Al di là delle filosofie calcistiche differenti, il calcio moderno – anche alla luce di calendari sempre più densi di appuntamenti – non può prescindere da una preparazione atletica certosina. Nelle prime tre gare il copione gialloblù è stato praticamente sempre lo stesso: grandi partenze, secondi tempi con incredibili cali fisici che hanno condizionato pesantemente i risultati. Una nota: il cambio di preparatore atletico, avvenuto ad inizio settembre, certamente non ha contribuito ad agevolare il lavoro del tecnico abruzzese.
– L’equivoco: Eusebio Di Francesco non è Ivan Juric, e viceversa. L’illusione di poter ricalcare alla perfezione l’operato del suo predecessore si è infranta mestamente contro l’evidenza dei fatti e la nave Verona si è infranta sull’iceberg di questo equivoco tecnico: non avremo mai la prova del contrario ma, se l’ex Sassuolo e Roma avesse scelto di imporre una personale “rivoluzione” tattica, scacciando i fantasmi del passato, l’impressione è che ora non saremmo qui a scrivere questo articolo.
– Il mercato: Altro dato di fatto è che la società scaligera, negli ultimi anni, ha mantenuto la medesima linea gestionale: vendere i migliori, puntando alle plusvalenze, e imporre alla guida tecnica – anche al netto dell’inserimento in rosa di nuovi acquisti di valore – una forzata mancanza di continuità con la stagione precedente. Questo principalmente il motivo che ha portato alla rottura con Juric e, per assurdo, un tecnico come Di Francesco (alla ricerca del rilancio) ad accettare di sedere sulla panchina gialloblù. Per iniziare nuovi cicli è fondamentale avere tempo a disposizione per lavorare sulla squadra e, obiettivamente, tre giornate sono davvero poche. Ma a Di Francesco era probabilmente stato chiesto proprio questo: riuscire nell’impresa.
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mercoledì 22 Gennaio 2025