Portiamo il “Sole”: JOBA esce con il suo nuovo singolo
Joba è il nome d’arte di Giovanni Balduzzi, il trentasettenne cantautore che è appena uscito con il nuovo singolo “Sole”. Lo pseudonimo è nato dalle iniziali del suo nome e cognome. Ha un carattere estroverso ed è molto energico e noi lo abbiamo intervistato percependo tutto il suo entusiasmo.
Quando hai iniziato a cantare?
Ho iniziato a cantare e a suonare la chitarra a scuola. Lo ricordo come fosse ieri. Negli orari pomeridiani, in prima media, c’erano dei corsi di musica, o meglio di chitarra, e da quel momento non ho più smesso di suonare. Ovviamente, di conseguenza, mi sono avvicinato al canto. Successivamente ho iniziato a prendere lezioni di tecnica vocale da Antonella Tonini, una bravissima vocal coach che ha saputo scavare profondamente non solo nelle mie corde, ma anche, ed è quello che più conta, nella mia anima, riuscendo a tirar fuori il meglio delle mie emozioni più nascoste. La prima canzone che ho scritto è “La regina che vorrei”, canzone che parla di un amore non corrisposto. Si, quello è stato il momento in cui ho iniziato a tradurre in versi le prime emozioni che stavo vivendo da adolescente. E si sa che le ispirazioni migliori sono quelle che nascono da situazioni sofferte e piene di turbamento. Però non l’ho mai pubblicata, nonostante sia un prodotto fatto e finito. Ma forse un giorno, chissà, la farò uscire come singolo o all’interno di un album. Già fantastico” (ride ndr).
Ci parli del tuo nuovo singolo?
“Sole” è proprio un singolo dal valore speciale. Molto speciale, perché porta con sé una
dedica per mia figlia che dovrà nascere in questi giorni, sotto il segno del Leone. Sole è il suo nome ed è proprio lei che da il titolo al brano. A lei ho voluto dedicarlo con infinito amore, con la voglia di prenderla per mano, pronto ad accompagnarla lungo la strada, bellissima ma spesso ardua, della vita.
Cosa rappresenta la musica per te?
La musica non è mai stata una scelta per me: è e sarà sempre espressione della mia
anima, un modo per esternare ciò che ho dentro. Tante emozioni sono difficili da dire e
spiegare con le parole. Ecco, con la musica questa barriera si abbatte completamente. È un po’ come vedere l’orizzonte oltre gli scogli, un panorama mozzafiato, prima celato alla vista. Per questo quando canto mi sento davvero libero. Una sensazione unica, speciale, che ti fa abbracciare l’universo intero.
Cosa vuoi trasmettere con la tua musica?
Ho sempre cercato di mettere nelle mie creazioni i valori con i quali i miei genitori mi
hanno cresciuto. Dal valore della famiglia fino ad arrivare a quello del rispetto e non solo delle persone che amiamo, ma del prossimo in generale. Credo che un’artista debba dare dei messaggi forti a chi lo sta ascoltando. La musica ha il potere di cambiare le cose che non vanno. La musica è l’unica arma in grado di piegare il male e far riaffiorare il bene. Dobbiamo solo tendere le orecchie un po’ di più e farci trascinare dai tanti segnali positivi che solo la musica ci può donare.
Che ricordo particolare porti con te?
Un ricordo particolare che ho nel cuore è sicuramente legato alla perdita di mio nonno che
amavo immensamente. Ci ha lasciati il 20 giugno di quest’anno, il giorno prima del mio
37esimo compleanno. È indelebile nella mia memoria il modo in cui in quei giorni, in preda al dolore, mi sono messo a scrivere. Lacrima dopo lacrima è nata un’altra canzone a cui sono molto legato. E “Nonnobis” è il titolo. Questo per dire, che in pochissimo tempo, ho scritto “Sole”, canzone dedicata alla vita e “Nonnobis”, brano legato al dolore forte dovuto alla morte di una persona speciale come lo era e lo è tuttora mio nonno. È proprio vero che per ogni persona preziosa che ci lascia, c’è un nuovo arrivo pronto a bussare alla porta. E sono altresì convinto che l’anima di Sole porterà con sè l’anima di mio nonno e ce lo ricorderà quotidianamente nella lunga strada della vita.
Joba ci saluta con un gran sorriso con queste parole: “Spero che la gente
riesca a portare un po’ di Sole nelle proprie case dopo questi anni difficili. Siamo tutti troppo nervosi. Ecco, arrabbiamoci di meno ed amiamo di più”.
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domenica 8 Dicembre 2024