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Equivoci e bugie (The trouble with goats and sheep)

Un giorno d’estate del 1976, senza nemmeno un paio di scarpe ai piedi, Margaret Creasy scompare dal quartiere di un’anonima cittadina inglese fatto di villette a schiera affacciate le une sulle altre, dove le vie portano i nomi delle piante e ci si saluta sempre cordialmente. Cornice perfetta per una comunità coesa di sedicenti persone perbene, in cui il confine tra l’interesse sincero per lo stato d’animo degli altri e la maliziosa curiosità verso le loro faccende private non è così definito e viene spesso e volentieri valicato. Almeno apparentemente, tutti sanno tutto di tutti ma, nonostante questo, nessuno saprebbe inquadrare con precisione il motivo per cui Mrs. Creasy se n’è andata. L’ipotesi più accreditata dal vicinato è che sia colpa del caldo anomalo, che a detta di tutti «fa fare cose strane alla gente».

Grace e Tilly, vent’anni in due, inseparabilmente amiche, non sono affatto convinte da questa ipotesi così poco logica. Il caldo, a loro, sembra proprio un agile capro espiatorio pronto all’uso e applicabile in qualsiasi circostanza («Perché danno la colpa di ogni cosa al caldo?» / «È più facile» / «Più facile di cosa?» / «Che spiegare a tutti il vero motivo») e temono che questa lettura della realtà non sia di alcun aiuto nella missione che per loro diventa la priorità: riportare a casa Mrs. Creasy. Più convincenti sono, piuttosto, le parole del vicario che, a seguito di un sermone in cui parlava proprio di pecore e di capri, spiega a Grace che «se in una comunità esiste Dio, non si perde nessuno». Eccola lì, la soluzione. Semplice, precisa e perfettamente logica: se si trovasse Dio nel quartiere, significherebbe che Mrs. Creasy è salva e che presto tornerà a casa.

Le due ragazzine avviano quindi un’indagine accurata e a tratti esilarante, passando in rassegna ogni villetta per scoprire se e dove si nasconda Dio. Nel farlo, conducono in realtà il lettore nel progressivo svelamento di un intrico di equivoci e bugie fino a scoprire che tutti quanti, nel quartiere, sono preoccupati per un eventuale ritorno di Mrs. Creasy, ancora di più che per la sua scomparsa.

Margaret era l’unica persona del vicinato che sapeva ascoltare e mantenere quei segreti che ognuno degli abitanti le aveva per questo motivo affidato, cedendo a lei un pezzetto del controllo sulla propria reputazione sociale. Era anche la sola a non avere in odio l’inquilino del civico numero 11, il misterioso Walter Bishop, costantemente tenuto d’occhio e guardato di sbieco per il suo comportamento diverso da quello degli altri. Ma soprattutto appare chiaro, nel corso delle pagine, che Mrs. Creasy, appena prima di sparire, aveva messo insieme i pezzi di un fatto accaduto anni prima, sul quale era stata consapevolmente cucita una coperta di omertà che ora è nelle sue mani e potrebbe essere consegnata alla polizia.

Un romanzo dalla scrittura ironica ma profonda, che in maniera mai banale spinge chi legge a riflettere allegoricamente sulle virtù delle pecore, i peccati dei capri e la difficoltà di distinguere gli uni dagli altri.

Cultura, Senza categoria
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giovedì 7 Dicembre 2023