Mare. Onde alte e schiumose si infrangono sui fianchi di una barca da regata e sulle pupille degli occhi di chi guarda. Seduta sulla poltroncina di un cinema, vengo pervasa dalla sensazione di un desiderio.
Non può che essere questo. Desiderio di viaggiare attorno al mondo come Yann Kermadec, il protagonista dell’ultimo film di Christophe Offenste, In solitario. Un’impresa da folli: gareggiare in mare aperto per circa 100 giorni e fare il giro del mondo, partendo dalla Francia. Si tratta di una gara internazionale di regata ma nei fatti è molto di più. È un viaggio che parte dal principio di sfidarsi, sfidare i proprio limiti ed essere in grado di mettere in moto la forza di mente, cuore e corpo. Tutto si complica nel bel mezzo di questa odissea moderna, quando Yann si ritrova forzatamente costretto a convivere con l’altro, con l’incomodo, il non voluto.
È un giovane ragazzo maurituano Mano Ixa, imbarcatosi segretamente sulla barca. L’incalcolato bagaglio umano a bordo desta nel protagonista tutta la furia e la paura di essere scoperto e inevitabilmente squalificato dalla gara. La sua personale tempesta però lascia posto ben presto alla quiete di una scelta rassegnazione. Nonostante le mareggiate e gli ostacoli diviene inevitabile prendersi cura vicendevolmente. E come nella vita, spesso ci si salva in due.
Il nodo fondamentale di questa straordinaria pellicola sta in una differenza. La differenza consiste in coloro che vogliono vincere e quelli che vogliono vincere davvero. I primi colgono le glorificazioni della vittoria, le congratulazioni, l’invidia e le bestemmie degli ultimi arrivati, magari del secondo dopo di loro che per quel millimetro o centesimo è stato battuto. I secondi, quelli che vogliono vincere davvero, raccolgono le lacrime delle persone che hanno sempre creduto in loro, gli abbracci che valgono più di ori e allori, il sorriso di chi si ama, nel quale è facile perdersi. È un film che scrive questa differenza e ti lascia il piacere di porti delle domande.
Quando avevo undici anni, provai a tenere un diario segreto. Scrittura-sfogo. Non ha funzionato. Leggere mi piace di gran lunga e sono votata all'ascolto attivo. Sono piena di ansie e paure, ma negli ultimi mesi qualcosa sta girando nel verso giusto e mi ritrovo a studiare l’invisibile-visibile in una città lontana dal mio tetto sicuro. Casca la terra, tutti giù per terra. Mi crogiolo in questo crollo, curiosa di stabilire il mio nuovo baricentro. D'altronde. «Se non ora, quando?»
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mercoledì 19 Marzo 2025