Nives Meroi e Romano Benet: due solitudini in coppia alla ricerca della bellezza

 

Hervè Barmasse, nell’ultimo e attesissimo appuntamento del ciclo “Dirette di Montagna”, nell’ambito del Trento Film Festival 2021, ha dialogato con la coppia di alpinisti che ha scalato le montagne più alte del mondo: Nives Meroi e Romano Benet.

Due alpinisti che hanno fatto della montagna una vera e propria scelta di vita fin da giovanissimi, quando le prime arrampicate insieme a diciott’anni hanno dato vita ad un’unione indissolubile che li ha portati a sfidare i limiti estremi del mondo: scalare quattordici 8000 senza l’ausilio di ossigeno. Un vero e proprio «viaggio alla ricerca della bellezza», per citare proprio le parole di Nives Meroi.

Quello che Nives e Romano hanno intrapreso insieme è stato un viaggio mosso dall’impulsività della passione, un percorso non programmato. Come lo stesso Romano Benet non ha mancato di sottolineare, il loro progetto non è si è mai fondato sulla frenesia di dover scalare tutte le cime più alte del mondo, quanto sul desiderio di volerle viverle tutte con semplicità, coraggio e umiltà. Il loro è stato il cammino di due solitudini unite in coppia verso la cima, come ha affermato Nives. Un viaggio che li ha portati ad incontrare le montagne, una lotta silenziosa sempre un passo a fianco all’altro. Tuttavia la loro è stata una scalata che è andata ben oltre la quota dei quattordici 8000, un legame che li ha uniti al di là della vetta.

L’ostacolo più difficile da affrontare è stato, infatti, un altro: la malattia di Romano e il loro «quindicesimo 8000». Nei due successivi trapianti di midollo osseo ad accompagnare la coppia di alpinisti in questa sfida c’è sempre stata lei, la montagna. «Penso che la montagna mi abbia tirato fuori dai guai, non mi sono mai lasciato abbattere», ha ammesso Romano. Una sfida che unisce e rafforza, ma che inevitabilmente spaventa. E così Nives ha affermato: «Ho vissuto la malattia come quando sei rinchiuso dentro una tenda in alta quota con la bufera fuori e devi essere in due a tenere stretti i pali della tenda perché il vento non la porti via». Ed è proprio la montagna che è maestra muta e che insegna a camminare un passo dopo l’altro con pazienza, umiltà e tenacia. Un passo alla volta senza mai scoraggiarsi. Un discorso universale, un tema, quello della montagna, che riguarda tutti.

«Io non ho reagito proprio da principessa», ha ammesso Nives con il sorriso nel raccontare una delle loro tante avventure. Un commento che che ha aperto lo spazio ad una riflessione più profonda: la montagna non ha genere. «Noi donne continuiamo a cercare in noi qualità che non abbiamo, trascurando quelle che già abbiamo», un invito a farsi coraggio e a procedere con determinazione che Nives ha rivolto a tutto il genere femminile. La montagna così si trasforma in un vero e proprio fenomeno sociale con l’obiettivo di ricercare l’inclusività nell’affrontare una meta troppo spesso imperscrutabile all’orizzonte.

L’incontro si è concluso con un messaggio di speranza rivolto ai giovani, molti dei quali faticano a trovare la propria strada all’aria aperta dopo mesi trascorsi dietro allo schermo di un computer. Per questo, Romano ha colto l’occasione per dedicare un messaggio ai ragazzi di oggi, una riflessione estremamente attenta al periodo storico in corso. Un messaggio che invoglia a meditare sulla fugacità del tempo: ne abbiamo sprecato fin troppo ad innalzare muri dall’interno per allontanarci da minacce lontane e ipotetiche quando, da un giorno all’altro, ci siamo ritrovati imprigionati da un virus che ci ha imposto muri dall’esterno e che inevitabilmente deve portarci a riconsiderare il valore del nostro vissuto. Ed è proprio con le parole di Nives Meroi che si è conclusa la serata: «Consiglio di non scoraggiarsi: quello che è un periodo negativo, a distanza di tempo avremo la possibilità di guardarlo da un’altra prospettiva. Consiglio di non fermarsi all’adesso». E Romano ha infine aggiunto: «Questa cosa passerà, l’importante è sapere aspettare. E poi si riuscirà a capire che tutte le ovvietà di prima in realtà non sono così ovvie, che sono importanti e che te le devi conquistare. Come la doccia calda dopo due mesi di campo base».

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martedì 21 Gennaio 2025