La Domestica Commedia

Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai in uno smart-vivere, ché la socialità era smarrita”. Se Dante vivesse nel XXI secolo, reciterebbe così il primo verso dell’Inferno?

Una tazza di caffè in mano, un paio di pantofole ai piedi, gli occhi arrossati e un pigiama scolorito: sarebbe questa la rappresentazione del sommo poeta al giorno d’oggi? Nessuna tunica, nessuna corona d’alloro, nessuna pergamena incisa. Un nuovo modo di guardare al Paradiso attraverso la luce filtrata di uno schermo: è veramente questo il futuro della società dominata dallo smart-working? In un mondo dove la singolarità predomina, la coesione aziendale viene meno, la casa diventa ufficio e l’ufficio casa, la Divina Commedia è destinata a diventare Domestica commedia?

Immagino Dante Alighieri, poeta dello stilnovo e figura di spicco dell’élite fiorentina, intrattenere relazioni Skype con Beatrice, la donna amata. Tra connessioni scarse, pigrizia e reclusione, l’etere virtuale si trasforma nell’unica via di fuga capace di unire idealmente il poeta a Beatrice: richieste d’amicizia non ricambiate, messaggi visualizzati e bacheche controllate troppo spesso. L’amore diventa anche per Dante difficile da poetizzare e la passione sfuma tra lievitati, sughi e improvvisazioni culinarie. Ma Dante, in fin dei conti, sarebbe certamente consapevole dell’impossibilità di vivere da remoto in eterno:Fatti non fummo a vivere smart – direbbe il sommo poeta.

Partiamo dall’analisi dei vantaggi di quest’era, senza dubbio esistenti, perlomeno in un tempo determinato: flessibilità, libertà di organizzazione, possibilità di gestire il proprio tempo. Ma dietro a ogni virtù si cela un vizio e di questa verità, Dante, è maestro ed etichettatore. Così finirebbe per creare dei gironi dell’Inferno anche per questa nuova categoria di peccatori-smart. Nel primo girone si posizionerebbero gli inconsapevoli, ignari della ricaduta dei social media sulla vita reale. Potrebbero seguire i distratti, gli arroganti, i golosi, i nullafacenti, e tanti altri. Tuttavia, ad un certo punto, farebbe ingresso proprio lei, la più grave, fastidiosa e immancabile categoria di peccatori: la categoria delle interferenze. Quella vasta famiglia di rumori di sottofondo che domina il lavoro da remoto: figli che giocano, gatti che con sfrontatezza rubano la scena, il fruscio dell’acqua che scorre sui piatti da lavare, reti intasate che si rifiutano di funzionare.

Lo smart working ne ha visti proprio di tutti i tipi. E come farebbe il nostro Dante, debole di cuore e di spirito, di fronte a cotanta peccaminosità? Chi soccorrerebbe il nostro poeta in preda ai suoi ricorrenti svenimenti e tremori? Esisterebbe nell’era digitale uno Smart-Virgilio capace di guidare Dante tra le mura domestiche?

Così, tra peccatori e vizi smart, relazioni da riscrivere e svenimenti dimenticati, Dante – e noi con lui – giungerebbe illeso ad un lieto fine: dopo ogni Inferno c’è un Purgatorio e dopo ogni Purgatorio si trova un tanto ambito Paradiso. Non ci resta che aspettare pazienti di uscire finalmente a riveder le stelle e con esse la luce del sole, seduti ancora una volta alla nostra scrivania.

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venerdì 28 Marzo 2025