Faber e Riva, sardi d’adozione

C’è una cosa che accomuna due personaggi apparentemente molto distanti come Fabrizio De André e Luigi Riva: la Sardegna. Questa regione in passato veniva vista dai “continentali” unicamente come una colonia penale, con tanto di minaccia “Ti sbatto in Sardegna!”, a riprova di che posto terribile fosse. Dato che questa terra è storicamente meta d’invasioni, negli anni ’60 arrivò un nuovo arabo a colonizzarla: Aga Khan IV. Si accontentò della costa nord-orientale dando vita alla Costa Smeralda. Da questa incursione ebbe giovamento l’intera isola che oggi vive, tre mesi l’anno, del turismo intensivo che – altra faccia della medaglia – sta deturpando i suoi paesaggi.

I personaggi sopracitati non l’hanno però scelta solo come meta estiva, ma per viverci: cosa molto insolita. C’è qualcos’altro che accomuna queste due persone: l’essere schivi, amanti della tranquillità e del silenzio. Caratteristiche che i sardi hanno nel DNA. Basti pensare che Riva cena, da sempre, in un ristorante in centro a Cagliari e non viene mai disturbato o, chi lo fa, aspetta fuori dal locale la fine della cena. Cosa che Francesco Totti, per fare un esempio, nella sua Roma non potrebbe neanche pensare di fare.

Riva è stato un vero e proprio mito sportivo che fece vincere, nella stagione 1969-1970, il primo e tuttora unico scudetto al Cagliari ed i sardi lo venerano come un dio: da ciò nasce il pudore e rispetto nei suoi confronti.  La società ha deciso di ritirare per sempre la maglia numero 11, la sua maglia appunto. Nonostante fosse arrivato controvoglia nel capoluogo sardo, alla fine se ne innamorò e ci costruì la sua famiglia. Malgrado gli infortuni e le continue lusinghe da squadre ben più forti e ricche, Riva non abbandonò mai il club: ormai quella era casa sua e non poteva lasciare, da un giorno all’altro, la sua famiglia adottiva. Il ritiro dal calcio giocato arrivò all’età di 32 anni, con un bilancio di 156 gol e 289 presenze in serie A. In Sardegna ha persino cambiato nome: nessuno conosce Luigi Riva ma tutti conoscono “Giggirriva”, come se fosse un’unica parola. Lui stesso racconta che un pescatore lo invitò a casa sua e gli insegnò come mangiare il pesce, come un padre fa con un figlio: allo stesso Gigi che suo padre lo aveva conosciuto solo per nove anni.

Si sa, il mondo sardo è poco comunicativo ma è d’animo grande: è proprio per questo che persone come Riva e De André si sentivano a casa, seppur in un’isola estranea.

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sabato 27 Luglio 2024