Cronache dal sottosuolo: ce l’abbiamo fatta!
Chi non muore, si rivede!
È un’espressione usata quando si rivede una persona dopo tantissimo tempo, un tempo che è sembrato tanto lungo quasi quanto un’intera vita.
Per quel che mi riguarda, ho sempre creduto che si trattasse più che altro di un’espressione esageratamente macabra. Nel nostro caso è più corretto dire: quando non si scrive, ci si rivede!
Ebbene sì, nell’ultimo articolo Laura vi ha avvisato: siamo una redazione fuori dagli schemi. “Ci conosciamo senza conoscerci, ci riuniamo senza riunirci” (cit.). E invece ce l’abbiamo fatta. UnderTrenta funziona! Ci siamo incontrati (finalmente!) per una pizza e una, due, forse tre birre. Basta computer, penne, festival, interviste. Divertiamoci per una buona volta!
È stata una serata molto piacevole, ma come poteva non esserlo, sono certa che voi, lettori e lettrici, sappiate già molto bene quanto siamo simpatici. Vanità a parte, ci siamo conosciuti, questa volta per davvero, in carne e d’ossa, come redazione, amici e persone. Abbiamo affrontato rapporti bellicosi con la pizza, fette di mortadella che volano e bottiglie di vino che finiscono troppo velocemente. Ci siamo lanciati in riflessioni importanti, abbiamo ripercorso la nostra origine ed evoluzione, abbiamo ribadito il piacere che l’arte dell’approfondimento culturale ci dona, al di là della cronaca e delle sue 5W. Abbiamo constatato che siamo un gruppo un po’ surreale e che sappiamo trascendere i confini che la realtà ci pone. Abbiamo compreso come il nostro direttore Federico, il nostro Matusalemme, sia con tutta probabilità una figura ibrida che non emana calore e che si pone a metà tra un rettile e un fantasma. Abbiamo riso e sognato, immaginato progetti futuri e festeggiato nuovi cambiamenti. Ci siamo resi conto di essere un paradosso: un giornale che cresce, anche disconnesso, immerso in una realtà social.
Siamo un gruppo a cui confidare limiti, difficoltà e confusioni senza paura di mostrare la propria matassa di fili ingarbugliati. Un momento per partecipare all’interiorità degli altri, ascoltandone i successi e le richieste di aiuto e leggendone non solo le parole, ma anche i volti e gli sguardi.
All’inizio per me UnderTrenta è stato come scrivere le prime righe di una storia: non sai dove ti porteranno. Un po’ come correre incontro all’ignoto. Soltanto con il tempo ho capito cosa significhi fare parte di una redazione. Una redazione è come una famiglia che non cresce sotto lo stesso tetto, unita da un legame di passione, rispetto e condivisione. Persone che credono nella parola e che condividono l’immaginazione per improvvisare.
Quello che ho imparato è che trovarsi è un caso. Ritrovarsi la scelta.
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domenica 16 Febbraio 2025