Pirou e le Gaufre

È l’ultima settimana di agosto. Ore tre del mattino, Ferrara ancora dorme. Noi no. A bordo di una Volkswagen rossa a metano partiamo in direzione Pirou, un piccolo paese della Normandia. Elia guida, come sempre. Miriam e Simone mettono su qualche pezzo dei Radiohead. Io dormo, cullato dalla musica e dalla strada. È un viaggio di 1500 chilometri, circa quindici ore di macchina. Affrontiamo deviazioni, gomme sgonfie, discussioni filosofiche sul perché le vacanze organizzate nei resort ci sembrino così lontane dal senso stesso del viaggiare.

Quando arriviamo il sole è pronto a tramontare dietro l’orizzonte del mare. Parcheggiamo davanti alla spiaggia infinita, stremati e affamati. Vedo in lontananza un chiosco di legno, isolato, solitario. Una sola scritta un po’ scolorita e maiuscola: GAUFRE.

Entriamo. L’aria profuma di zucchero e vaniglia. Dietro il bancone una ragazza dai capelli ramati, raccolti in una treccia. Sorride, invitandoci a sedere. Ci accomodiamo su vecchie sedie di legno, un po’ rovinate. Sul tavolo un biglietto di carta: “Solo gaufre. Le migliori”.

Arrivano in pochi minuti, senza averle ordinate. Giganti, croccanti, bordi caramellati, gonfie di cioccolato fondente che cola sotto una montagna di panna fresca. Mangiamo.

“Come ti chiami?”. Chiede Miriam alla ragazza.

“Claire”.

La invitiamo a sedersi con noi. Scopriamo che vive a Parigi, in un piccolo monolocale lasciatole in eredità. Ogni estate viene a Pirou per aiutare i nonni a gestire il chiosco. Ci racconta che la farina arriva da un mulino locale, il cioccolato e la panna sono preparati da loro.

“Abbiamo un’altra idea noi. Le persone non sanno più aspettare, non sono più in grado di stupirsi. Qui proviamo a rallentare. Lasciamo il tempo per le cose buone”.

“E funziona?” chiedo, sorridendo.

“Solo per chi accetta di fermarsi. E di mangiare le nostre gaufre ovviamente”.

Ridiamo tutti insieme.

Claire va a prendere un vassoio pieno di piccoli bicchieri di vetro: “Calvados. Offre la casa”.

“Alle gomme sgonfie!”, grida Elia.

“E ai resort!”, ride Simone.

Brindiamo. Il liquore brucia. Usciamo a fumare.

Per la prima volta, dopo mesi, il tempo si dilata. Gaufre che grondano un’altra idea di cibo, mentre il mondo corre lontano.

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venerdì 11 Luglio 2025