infinocchiare [in-fi-noc-chià-re]
da [finocchio]
Il vino dell’osteria non era dei migliori. Anzi, certi giorni faceva proprio schifo. Buttarlo? Per carità. L’oste serviva prima del finocchio e l’infida verdura ne alterava il sapore. Era colpa sua se il vino “sembrava” acido.
Stessa cosa avveniva con le pietanze. Quelle a metà strada tra la morte e la putrefazione erano amabilmente ricotte e condite col finocchio. Prelibatesse!
I clienti mangiavano e bevevano, pance piene e gote paonazze uscivano dall’osteria puntualmente infinocchiate dall’oste, cassa piena e credenza vuota.
Oggi disonestà furbastra e ignobile per chi la trama e non lusinghiera per il tonto che ci casca.
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domenica 8 Dicembre 2024