Festival dello Sport: Paris e Svindal, una vita in discesa libera

Campioni nella vita oltre che nello sport: questa è la vera essenza che ha regalato l’evento dedicato ai due giganti dello sci alpino mondiale, Dominik Paris e Aksel Lund Svindal, che sul palco dell’Auditorium Santa Chiara non hanno fatto mancare sorrisi e aneddoti sui loro momenti di gloria. E se per l’azzurro non è stata una novità salire sul palco del Festival dello Sport, lo scorso anno assieme all’altro norvegese Alexander Aamodt Kilde, per Aksel Lund Svindal si è rivelata una grande e piacevole scoperta.

La loro storia parla di una vita passata ad alta velocità, principalmente tra le maglie larghe della discesa libera e quelle del SuperG, talmente veloce che lo stesso Dominik si sorprende guardando il tempo passato dal suo primo podio in Coppa del Mondo: “Quel giorno a Chamonix mi sono sorpreso io stesso, con il pettorale numero uno sono riuscito ad arrivare secondo. Certo che passa il tempo – scherza Dominik – parliamo di 11 anni fa ormai”. Parlando di prime volte, per Aksel è indelebile il ricordo di quella prima gara lontano dalla sua Norvegia: “Avevo 16 anni e venni a Folgaria, qui vicino, per fare uno slalom. Per la prima volta mi sono confrontato con ragazzi di tutta Europa e ricordo quanto il livello fosse alto. È stato entusiasmante, così come quando ho fatto l’esordio in Coppa del Mondo: toccare con mano i campioni che prima vedevo solo in tv è stato impressionante.”

Per Dominik Paris, non è certo un mistero, Bormio e Kitzbuhel sono le sue piste preferite, quelle in cui ha dettato legge in lungo e in largo: “Mi trovo bene perché hanno un fondo ghiacciato e mosso, come piace a me. Ho imparato tanto da Innerhofer e Fill, due a cui piace sciare su una neve ghiacciata, mentre Aksel adorava di più le piste dove era necessario dosare la presa di spigolo, lui è stato un maestro in questo.”

Con il norvegese si ripercorre poi il momento difficile della caduta di Beaver Creek del 2007, quando dovette rimanere ai box per molto tempo prima di rientrare. Un evento sfortunato che però non ha mai fatto pensare ad un suo ritiro anticipato dalle gare: “È stata certamente una brutta caduta da cui riprendersi, ma non ho mai pensato di ritirarmi. Purtroppo fa parte del gioco, gli infortuni possono capitare quando spingi al massimo e fai salti ad alta velocità: prima mi piacevano, poi dopo la botta sul Golden Eagle ho un po’ cambiato idea.”

Quanto ad infortuni seri anche Dominik può dire la sua, basti pensare all’incidente in allenamento che lo mise fuorigioco nel 2020 prima della sua Streif, ma i due ci scherzano su: “Si, ma io mi sono infortunato cadendo da uno skilift” – scherza Paris – “non so se lui può dire lo stesso”. La risposta del norvegese arriva immediata: “A me è successo da bambino, ma non ho mai saltato una gara di Coppa del Mondo per questo”. Tra le risate, la conclusione arriva repentina con un messaggio chiaro che Svindal lancia ai giovani: “Ci sono tanti ragazzi in sala e voglio dire che lo sci è bello, non sono solo sacrifici ed allenamenti duri. Certo, ci sono anche quelli, ma fa parte del gioco.” Infine, una sfida a colpi di mazza non poteva mancare: inutile dire che nessuno ha voluto perdere, ma d’altro canto c’era da aspettarselo.

Sport
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

sabato 27 Luglio 2024