Giro delle Fiandre 2022. Duello fino all’ultimo respiro

 

Che tensione al Giro delle Fiandre. Una gara al cardiopalma fino all’ultimo secondo.

Nonostante il forfait del grande favorito Wout Van Aert (Jumbo-Visma) perché contagiato dal Covid, gli altri due nomi papabili per la vittoria finale si sono comunque dati battaglia a suon di scatti e controscatti. Mathieu Van der Poel (Alpecin-Fenix) e Tadej Pogačar (UAE Emirates) hanno abbandonato il gruppo a tre muri dalla fine, collaborando e studiandosi l’un l’altro continuamente, tra due ali di folla acclamante. Oltre un milione di persone era a tifare ai bordi delle strade, a conferma di quanto il ciclismo sia uno sport molto seguito e amato in Belgio, dove peraltro il Giro delle Fiandre non è una gara ma la gara.

Il corpo a corpo tra l’olandese e lo sloveno (al suo debutto assoluto alla monumento belga) prosegue per ben 50 chilometri, caratterizzato da un ritmo infernale – soprattutto sui muri, che entrambi hanno affrontato senza batter ciglio, a dispetto dell’estrema difficoltà della prova. Che questi due fossero dei marziani fenomeni, però, si sapeva già.

Ecco perché il finale è mozzafiato: quando due campioni di questo calibro inscenano un duello a cielo aperto, gli occhi restano incollati allo schermo e le labbra pendono da qualsiasi loro movimento. Il primo colpo di scena? Il bimbo sloveno non ne ha. Non ne ha. Pogačar non ha la gamba per fare la volata – soprattutto sapendo di avere come rivale uno che invece gli sprint se li mangia a colazione.

È vero che il 23enne è poco avvezzo ai secondi posti (o ai terzi, o a qualsiasi piazzamento che non sia il primo), ma buttare all’aria ciò che quantomeno è un secondo posto garantito sarebbe abbastanza sciocco. Eppure Tadej è talmente nervoso da non ragionare più e, pentendosene sicuramente l’istante dopo, fa una pessima mossa: a pochi metri dal traguardo si lascia riprendere da Valentin Madouas (Groupama-FDJ) e da Dylan van Baarle (Ineos Grenadiers).

Al contrario, Van der Poel resta lucido: rilancia con un rapporto non durissimo – com’è invece quello di Pogačar – e con la capacità di cambiare ritmo (da buon crossista), andando così a vincere la volata sugli altri tre e replicando il successo del 2020. Brutta (e anche un po’ imbarazzante) la reazione dello sloveno UAE che, rimasto chiuso tra Madouas e van Baarle, batte i pugni sul manubrio con stizza. Non spetta certo a noi ricordare a Tadej che le volate funzionano così, soprattutto quando sai di non avere abbastanza energie nelle gambe per affrontarle degnamente; ci limiteremo a fare i complimenti a Mathieu che, dopo i gravi problemi alla schiena affrontati nei mesi scorsi, pare essersi ripreso alla grande.

Occhi puntati sulla Parigi-Roubaix, dunque.

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domenica 8 Dicembre 2024