Che cos’è il padel e perché sembra che non si giochi ad altro

Il padel è il gioco più diffuso a livello underground, almeno per quanto riguarda l’Italia. Ma che cos’è e per quale motivo piace a tutti?

Boh. Chi scrive mal sopporta gli sport di racchetta, padel compreso, figurarsi se sa perché sono così popolari. Ma nel paesino in cui abito (2400 anime) sono stati aperti non uno, ma due campi di padel che stanno facendo vorticare l’economia locale, attirano gente da fuori, danno lavoro (nota a margine: anche a chi scrive), piacciono. Una vera e propria impresa imprenditoriale in una zona depressa e sempre più anziana. Giochi in casa: vuoi non parlarne?

Che il padel sia lo sport del momento è fuor di dubbio. La vera domanda è come lo sia diventato. No, perché nessuno ne parla in televisione o sui giornali e giusto sui social si muove qualcosa, ma sempre a livello individuale, mai organizzato. Insomma, manca ancora una cultura padelistica, almeno in Italia. Prima o poi nascerà – a forza di giocare è naturale che accada, visto che livello e aspirazioni si alzeranno -, ma per ora chi gioca lo fa senza grosse pretese o pressioni. E forse questa è la formula vincente. Attorno al padel c’è ancora un alone di mistero che esalta gli iniziati, quasi appartenessero a un culto che sanno destinato a sconvolgere il mondo. E quindi giocano e giocano e diffondono il verbo e giocano. Ma sempre a un livello amatoriale.

Con quanto segue mi inimicherò due categorie di sportivi: i tennisti e i padelisti. Io grosse differenze tra i due sport non ne vedo. Mi manca probabilmente quella finezza per cogliere le sfumature che li distinguono, ma al momento mi sembrano uno la versione più pigra dell’altro, e non lo intendo per forza in senso spregiativo. Nel tennis il dispendio fisico è elevato: si corre tanto, perché i campi sono più grandi e si gioca generalmente da soli, e i colpi sono più violenti e meno precisi. Nel padel invece la potenza non è tutto, anzi in certi casi è sconsigliata. Ottiene invece migliori risultati il giocatore astuto, quello che gioca di precisione, sfruttando magari i rimbalzi sui vetri e i cambi di direzione sulle grate. Per questo il padel mi sembra uno sport più pigro: si corre meno, si usano meno muscoli. Mi è capitato di osservare più volte match di padel e di tennis e dal primo i giocatori escono meno sudati, c’è poco da fare.

Tutto il resto è uguale: il sistema dei punti, i falli, le righe sui campi, la rete, i set, i game e via dicendo. In fondo i due sport si riducono a questo: buttare la pallina dall’altra parte, evitando che rimbalzi sul proprio campo più di una volta. Certo, esistono altri cavilli e alcune sottigliezze nel regolamento, ma in sostanza il gioco è questo. E, discorso valido per quasi tutti gli sport, anche il padel diverte solo chi ci gioca, proprio come il tennis. Al di là del tifo, non riesco proprio a capire come una persona possa rimanere diciamo un’ora o un paio d’ore (o anche di più) a guardare quattro tizi tirare una pallina di qua e di là rispetto a una rete. È una cosa noiosa oltre ogni immaginazione: dopo dieci minuti hai già visto tutto. Anche perché comunque non stai ammirando le gesta di Jannik Sinner o di Juan Lebrón Chincoa.

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sabato 27 Luglio 2024