Alieni in bicicletta

 

Wout Van Aert e Mathieu van der Poel sono di un altro pianeta. Specie quando si parla di ciclocross, dove dominano in maniera imperiosa e a tratti avvilente per gli avversari. Ma anche nel ciclismo su strada spesse volte troneggiano con una superiorità disarmante. La settimana scorsa si è corsa la prova che ha assegnato la maglia iridata nel ciclocross. Per chi non lo sapesse, il ciclocross è una disciplina corsa con la bicicletta da strada su un terreno più adatto alla mountain bike. Essendo una prova breve ed esplosiva, normalmente le gare di ciclocross avvengono d’inverno e possono costituire un’ottima preparazione per la stagione su strada. O, almeno, così dimostrano Van Aert e an der Poel che da sempre trascorrono in questo modo i mesi freddi dell’anno.

Un paio di domeniche fa, a Hoogerheide in Olanda, ha vinto van der Poel con una volata di potenza su Van Aert, dopo un’ora e passa tiratissima e corsa da entrambi spavaldamente. Non c’è stata storia per le decine di ciclisti che si sono presentati alla partenza: dopo nemmeno cinque minuti di gara, i due Van avevano già fatto il vuoto e da soli sono arrivati al traguardo. La cosa disarmante è stata la facilità con cui hanno fatto piazza pulita della concorrenza, come se praticassero un altro sport rispetto a tutti gli altri. Una sgasata, tanto è bastato.

La storia di Van Aert e van der Poel è fatta di rivalità e di rispetto e va avanti da anni, fin da quando i due erano adolescenti e muovevano i primi passi nel mondo del ciclismo. Sono sempre stati due predestinati e se le sono sempre date di santa ragione. A volte vinceva uno, altre l’altro, ma hanno sempre trovato nella sfida reciproca una miccia in grado di far brillare qualcosa dentro se stessi. Van Aert e van der Poel si completano, si migliorano, si spingono a vicenda. Nei limiti, chiaramente, della sana competitività. Non a caso, domenica si sono stretti immediatamente la mano dopo aver tagliato il traguardo e van der Poel ha riservato parole al miele per l’avversario nelle interviste post-gara.

Ciò che resta a noi tifosi e amanti della bicicletta è la fortuna di vivere negli stessi anni di questi due alieni, in grado di vincere su ogni terreno, contro qualsiasi avversario e di farlo in maniera spettacolare. In qualsiasi sport, il cannibalismo alla lunga annoia. Nel ciclismo, così come lo interpretano questi due, invece esalta. Dispiace per gli avversari, costretti a correre per il terzo gradino del podio, ma le corse perderebbero molto del loro fascino se mancassero Van Aert e van der Poel.

Sport
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

sabato 7 Settembre 2024