Europeismo ed Euroscetticismo… o forse “Eurorealismo”?

E’ risaputo che il genere umano, in quanto animale sociale, ama far parte di discussioni e dibattiti su temi che lo riguardano come membro della società. L’esistenza dell’Unione Europea è uno di questi. Infatti, quando si parla di UE, se da un lato c’è chi la sostiene con entusiasmo, dall’altro c’è chi vuole prima fare un passo indietro e analizzare la situazione. Ma questo acceso dibattito riguarda davvero solo l’europeismo e l’euroscetticismo? Oppure si può parlare anche di “eurorealismo”?

Questa domanda ha trovato risposta nel webinar conclusivo di “Visioni d’Europa” – Progetto ideato dalla Fondazione Trentina A. De Gasperi, con l’obiettivo di offrire alle persone una panoramica sull’Unione Europea – dal titolo “Euroscetticismo vs Europeismo: due lati della stessa medaglia” e con protagonisti Gaspare Nevola, analista, politologo e professore di Scienza Politica presso UNITN e Paolo Ponzano, ex presidente della sezione di Roma “Altiero Spinelli” del Movimento Federalista Europeo.

Ad aprire l’incontro sono stati i ragazzi partecipanti a “Visioni d’Europa”, spiegando che quest’ultimo evento ha un significato speciale, in quanto coronamento finale del progetto: parlare di Europeismo ed Euroscetticismo significa parlare, alla fine, delle nostre “Visioni d’Europa”.

In merito all’argomento è stato chiesto quindi ai relatori di illustrare, secondo il loro punto di vista, la propria visione d’Europa. Secondo il dott. Paolo Ponzano l’Europa, più di un continente, è una civiltà e un progetto di pace che gli europei, dopo essersi scontrati in innumerevoli conflitti per diversi secoli, hanno deciso finalmente di realizzare seguendo l’obiettivo comune di mantenere la pace nel continente.

Il prof. Gaspare Nevola sostiene, d’altro canto, che l’Europa sia un mito seduttivo ed incompiuto, ma che deve rimanere aperto e in continuo divenire per garantirne la crescita. L’Europa corre su due binari: quello degli obiettivi ideali che si vorrebbero realizzare e quello degli obiettivi ai quali effettivamente si può arrivare. L’Unione, infatti, non è un fine, piuttosto un mezzo e uno strumento da migliorare per perseguire altri grandi fini, come ad esempio la stabilità nel continente.

Successivamente, è stata discussa l’esistenza di un’identità europea. A questo proposito, entrambi i relatori confermano che questa identità esiste: Il prof. Nevola spiega che ci sono vari tipi di identità e che un’identità Europea culturale basata su usi e costumi di ogni paese sicuramente esiste e ci appartiene e afferma anche l’esistenza di un’identità politica che, tuttavia, in Europa è fragile per via della mancanza del principio di sussidiarietà, che vede un ente vicino ad ogni cittadino a livello fisico. Questa mancanza rende l’identità politica obbligante a causa della lontananza dei cittadini europei dalle istituzioni. Il dott. Ponzano, in modo concorde, afferma convintamente l’esistenza di un’identità comune data dalla nostra storia passata e che, tuttavia, è importante non dimenticare che ci sono sempre limiti a tale identità dati dal nazionalismo e dai confini tra paesi.

A seguire si è affrontato il quesito di una politica estera e di un esercito comune e ci si è chiesto se l’Europa ne ha bisogno. Secondo il dott. Ponzano l’Europa necessita sicuramente di una politica estera per difendere i propri valori di fronte ad altre organizzazioni o potenze mondiali. Inoltre, gli stati membri dell’UE dovrebbero aspirare a creare un embrione di difesa europea mettendo in comune i propri assetti militari, piuttosto che un vero e proprio esercito. Al contrario, il prof. Nevola afferma che creare una politica comune tra gli stati membri, sebbene essa sia necessaria, potrebbe non essere possibile: ogni stato ha valori di individualità e controllo di se stesso e l’UE, a causa della sua struttura, non può mediare facilmente su di questi valori.

Proprio da questa riflessione sugli ideali europei è scaturita una domanda riguardante l’espansione dell’Unione verso est nel 2004, quando molti paesi entrarono a farne parte: secondo il prof. Nevola questo processo avvenne troppo velocemente, con i paesi dell’ex blocco sovietico che vedevano una ghiotta occasione economica nell’adesione all’Unione e con la NATO che trovava la possibilità di espandere la propria influenza geopolitica e militare.

Infine è stato chiesto ai relatori se restare uniti sia conveniente per i paesi. A questo proposito il prof. Ponzano ha ricordato le conseguenze della crisi sul popolo greco e ha ammesso che ci possono essere degli errori nella politica europea, ma soprattutto ha evidenziato la necessità di riformare la struttura istituzionale per far stare bene la maggioranza del popolo: in questo momento ci vorrebbero leggi comuni per contrastare le tendenze illiberali di alcuni paesi, che dovrebbero venir approvate dalla maggioranza dei paesi, e non più all’unanimità come accade adesso.

Alla luce di tutte le riflessioni affrontate e dei temi discussi, è necessario ripensare anche la nostra “Visione d’Europa”, non basandosi più su un mero dualismo tra Euroscetticismo ed Europeismo, ma analizzando le posizioni che si trovano in mezzo.

Martina Giannini – Lorenzo Calovi

Studenti partecipanti al percorso di alternanza scuola lavoro nell’ambito del progetto “Visioni d’Europa”

Scrittori di classe
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

sabato 27 Luglio 2024