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Usufruire di musica: tra streaming selvaggio e riscoperta prepotente del vinile

Quando ero piccolo c’erano i mixtape in cassetta fatti dai più grandi, che si passavano i pezzi migliori e li copiavano su audiocassetta.
I CD erano merce costosa e pregiata, ce se ne poteva permettere pochi all’anno. Il vinile, supporto che aveva caratterizzato gli anni dei nostri padri, invece, non era per nulla contemplato da noi giovincelli.
I primi CD che mi comperai  li consumai in un lettore portatile che cadde così tante volte fino a disintegrarsi. Nel mentre però internet e, soprattutto l’ADSL, iniziarono ad entrare timidamente nella nostre case ed era possibile scaricare discografie intere grazie a quel piccolo programmino che intorno al 2004-2005 era sui desktop di ogni adolescente: eMule.
Sebbene la storia del peer-2-peer fosse nata anni prima con Napster, nella provincia del Nord-Est italiano questi erano semplici dettagli e la facilità di utilizzo di eMule disfò ogni certezza oltre che la dipendenza dal vile denaro per comperarsi il nuovo disco degli Iron Maiden.

Ma quando con l’avvento della modalità streaming il destino dei supporti rigidi classici sembrava scritto, incredibilmente, il vinile torna prepotentemente nelle case dei giovani, oltre che degli adulti − che mai l’hanno abbandonato.
Tra i maggiori fautori di questo ritorno al disco grande e nero ci sono le piccole etichette discografiche indipendenti capaci di proporre album con artwork e packaging sempre più innovativi e curiosi, fino a estreme assurdità, come la trovata della band svedese Shout Out Louds che ha distribuito il proprio singolo Blue Ice su un disco di ghiaccio.

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sabato 23 Settembre 2023