Chiudi

Un'esperienza su misura

Questo sito utilizza cookie tecnici e, previa acquisizione del consenso, cookie analitici e di profilazione, di prima e di terza parte. La chiusura del banner comporta il permanere delle impostazioni e la continuazione della navigazione in assenza di cookie diversi da quelli tecnici. Il tuo consenso all’uso dei cookie diversi da quelli tecnici è opzionale e revocabile in ogni momento tramite la configurazione delle preferenze cookie. Per avere più informazioni su ciascun tipo di cookie che usiamo, puoi leggere la nostra Cookie Policy.

Cookie utilizzati

Segue l’elenco dei cookie utilizzati dal nostro sito web.

Cookie tecnici necessari

I cookie tecnici necessari non possono essere disattivati in quanto senza questi il sito web non sarebbe in grado di funzionare correttamente. Li usiamo per fornirti i nostri servizi e contribuiscono ad abilitare funzionalità di base quali, ad esempio, la navigazione sulle pagine, la lingua preferita o l’accesso alle aree protette del sito. Comprendono inoltre alcuni cookie analitici che servono a capire come gli utenti interagiscono con il sito raccogliendo informazioni statistiche in forma anonima.

Prima parte6

cm_cookie_cookie-wp

PHPSESSID

wordpress_test_cookie

wordpress_logged_in_

wordpress_sec_

wp-wpml_current_language

YouTube1

CONSENT

Scopri di più su questo fornitore

Google3

_gat_

_gid

_ga

Scopri di più su questo fornitore

The boys: quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare

Negli ultimi anni i gusti cinematografici del pubblico si sono rivolti al filone dei Supereroi per farsi salvare dalle sempre minori certezze fornite dalla società odierna. Ma cosa succederebbe se capovolgessimo il paradigma che identifica i possessori di superpoteri come esempi di virtù e protettori di cittadini indifesi? La serie televisiva statunitense The Boys ci fornisce la risposta.

Ideata per Amazon Prime da Eric Kripke sulla base dei fumetti omonimi di Garth Ennis e Darick Robertson e giunta alla sua seconda stagione, essa racconta la storia di Hugie (Jack Quaid), un giovane di animo buono, per nulla speciale e normalissimamente innamorato della sua ragazza. Finché un giorno A-Train (Reggie Franklin), il più veloce tra i supereroi della città, sotto l’effetto di droghe, la investe disintegrandola in mille pezzi. Il giorno dopo un esponente della potentissima multinazionale Vought American Corporation, a cui fanno capo tutti coloro che hanno superpoteri, si presenta a casa di Hugie per comprare il suo silenzio. Tuttavia, non è l’unica: William “Billy” Butcher (Karl Urban), ex agente della CIA con un personale interesse a fermare i superdotati, convincerà il protagonista ad unirsi alla sua crociata e al suo gruppetto di antieroi.

In una storia così non può certo mancare un degno antagonista: Patriota, in originale Homelander (Antony Starr), prototipo dell’eroe perfetto modellato sull’esempio di Superman e Captain America, salvo poi rivelarsi un sadico psicopatico, dalla personalità labile, egoista, infantile ed egocentrica.

Da queste premesse inizia un crescendo di colpi di scena, di storie secondarie che si intrecciano alla perfezione con la trama principale, di personaggi ben caratterizzati, alcuni positivi, altri negativi ai limiti dell’odioso, alcuni ambigui e anticonformisti, altri ancora sfaccettati e iperrealistici. Il tutto viene condito in salsa splatter, politicamente scorretta e pervasa di humor nero, in cui ciò che colpisce maggiormente è l’aspra critica al sistema sociale, economico e politico attuale, sempre pronto a propinare, con operazioni marketing ben riuscite, eroi che alla fine si rivelano tutto tranne che eroici.

La prima stagione si divora alla velocità di A-Train e la sensazione che rimane è di aver appena guardato un film molto lungo, più che una serie di episodi, tanto questi risultano ben connessi l’uno con l’altro. E la seconda? Se pensavate che Patriota fosse una caricatura, aspettate di conoscere Stormfront! Dopotutto l’unico antagonista che mette sempre d’accordo tutti, unendo le anime in un comune sentimento di disgusto e repulsione, è l’incarnazione del Nazista razzista e suprematista.

Alla fine ci si rende conto che non è importante chi siano i buoni e chi i cattivi: quello di The Boys non è infatti un universo in bianco e nero, ma uno a colori, spesso acidi, come nelle migliori pellicole POP. È piuttosto una storia umana, troppo umana, in cui si racconta una moderna rivisitazione della lotta tra David e Golia, della ragione contro la violenza, dell’intelletto contro gli estremismi e delle emozioni contro l’aridità interiore. E allora, buona visione a tutti, nell’attesa di scoprire cosa ci aspetterà nella terza stagione!

Cultura
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

  • Il #Moltiplicazionifestival 2022 ha avuto tra i suoi protagonisti i green content creator Alice P ...
  • Nel corso del #Moltiplicazionifestival è stato proiettato il documentario “PrimAscesa – la m ...
  • Tra gli eventi di apertura del Moltiplicazioni 2022, si è tenuto un dialogo d’ispirazione ince ...
  • Vi raccontiamo in quest'approfondimento l'incontro "Siamo Ovunque. Dialoghi ed esplorazioni sul m ...
  • La nostra redazione, lo scorso fine settimana, ha seguito il #moltiplicazionifestival di Rovereto ...
  • Puntuale come ogni anno, prima della fine dell’estate, anche nel 2022 è tornato Poplar Festiva ...

venerdì 9 Giugno 2023