“Sono qui per vedere il mio ginecologo”. Barbie segna il golden goal 

Tutti hanno parlato di questo film. E non solo per i suoi incassi da record. Il live action di Greta Gerwig, sulla bambola in carne e ossa, con protagonisti Margot Robbie e Ryan Gosling, ha raggiunto un totale di 1 miliardo di dollari di incassi e 459 milioni di dollari solo nelle sale americane.

Cifre sbalorditive e non solo quelle. La storia, infatti, è un vero capolavoro di critica sociale, fatta con intelligenza e originalità.

Il film è ricco di citazioni cinematografiche, da quella di “2001: Odissea nello spazio” di Kubrik, con la musica di “Così parlò Zarathustra” di Richard Strauss, a “The Lego Movie”, per poi andare avanti con il personaggio Rocky di Sylvester Stallone, il film “Il padrino” e le Spice Girls.

Le citazioni non finiscono qui, ce ne sono diverse anche più complesse, per i cinefili accaniti, come quella di “The Truman Show” di Peter Weir. A Barbie Land anche la sabbia e le onde del mare sono finti, tanto che Ken ci va a sbattere. E viene subito in mente il paragone con Jim Carrey quando navigava quel mare finto per poi andare a sbattere contro un muro colorato con le tinte dell’orizzonte.

Barbie Land è un mondo finto in cui le Barbie lavorano e i Ken esistono solo per essere guardati dalle Barbie. La misura del maschio a Barbie Land semplicemente non c’è.

Come ci si sente ad essere considerati sempre un po’ meno, semplicemente perché si esite? Sembra che sia questa la domanda a cui tutto il film risponde. E non si lascia scappare nemmeno un’occasione per ricordare a tutti cosa significhi essere donna (o Ken nel film).

Con ironia tagliente, il film va addirittura oltre il femminismo e oltre la critica feroce al patriarcato. Tratta il perenne conflitto tra aspettative e realtà e l’importanza di sentirsi a proprio agio con il proprio corpo, anche quando questo corpo è donna, si deve andare dal ginecologo con fierezza e non con vergogna.

È politicamente scorretto, a tratti crudo ed esagerato. Perché fa vedere la realtà esattamente per come è e non indora la pillola.

Una delle scene migliori è quando Barbie pattina sui roller in mezzo a tutti, con una bella tutina aderente ed un fisico pazzesco e per queste sue caratteristiche estetiche inizia a sentirsi a disagio, osservata ossessivamente dai maschi che non tardano a fare commenti.

In un’altra scena Barbie arriva in un’azienda e trova solo uomini. Il CEO, il Presidente, il Vicepresidente, non c’è nemmeno una donna. Troppo esagerato? Troppo vero.

Un film che stimola il pensiero critico. Da vedere e rivedere.

Cultura
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sabato 27 Luglio 2024