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Sanremo 2022 – Il pagellone della prima serata

Da martedì a sabato l’Italia intera si fermerà per Sanremo. Che cosa possiamo fare? Beh, potremmo fermarci anche noi, ascoltare le canzoni in gara e passarle sotto le forche del nostro insindacabile giudizio. Sì, potrebbe essere un bel passatempo. Ma non perdiamo tempo. Ecco il pagellone della prima serata del Festival di Sanremo!

ACHILLE LAURO – Domenica. Si presenta a petto nudo e scalzo in compagnia dell’Harlem Gospel Choir. Di certo vuole lasciare il segno. E in effetti qui sta tutta la sua performance: riempire di forma provocante e scandalistica il vuoto musicale. Ascoltare una canzone di Lauro vale ascoltarle tutte. Si salva, forse, il coro. Voto: 4.5

YUMAN – Ora è qui. L’opposto di Achille Lauro: posato e tranquillo. La sua canzone è tipicamente sanremese, quindi orecchiabile. Da sottolineare la bella voce, appena graffiata. Forse avrebbe potuto osare un po’ di più, ma per un esordio va più che bene. Voto: 6.5

NOEMI – Ti amo non lo so dire. Passano gli anni e la voce di Noemi migliora: si abbassa, si arrochisce, diventa ruvida e sporca. La canzone – piuttosto ripetitiva – non la esalta e questo è un peccato, perché Noemi parte un po’ ingessata, ma poi si scioglie. E quando dispiega quella voce è gioia pura. Voto: 7

GIANNI MORANDI – Apri tutte le porte. Ci ha messo lo zampino Jovanotti e si sente. La canzone lo rispecchia appieno: solare, coinvolgente, energica, positiva. Forse un po’ troppo, tanto che si sfiorano delle vibes da “cartone Disney”. Ma a Morandi lo si perdona volentieri. Se si valuta la risposta del pubblico, ha già vinto. Voto: 7.5

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA – Ciao ciao. Il ritornello di questa canzone è davvero stupido, ma per qualche oscuro motivo risulta ipnotico. Ricorda molto da vicino Splendido splendente e Donatela Rettore, peraltro in gara quest’anno con Ditonellapiaga. Voto: 6

MICHELE BRAVI – Inverno dei fiori. Perfetto per Sanremo, in tutto e per tutto. La canzone è ben scritta, narrativa, apparentemente (o forse veramente) scavata nell’animo dell’autore. A Bravi manca un po’ di voce e di verve per conquistare. Voto: 7.5

MASSIMO RANIERI – Lettera di là dal mare. L’arrangiamento è convincente, l’interpretazione un po’ (molto) meno. Peccato. Ranieri sembra prendere tutti gli attacchi in ritardo, specie nel ritornello. Forse sarebbe ora della pensione. Voto: 5

MAHMOOD e BLANCO – Brividi. La voce di Mahmood ha fascino e potenzialità rare e la canzone è stata scritta apposta per dimostrarlo. Invece è abbastanza chiaro che al suo fianco Blanco faccia da soprammobile. Voto 6

ANA MENA – Duecentomila ore. Sembra (è) Amandoti di Gianna Nannini remixata a vanvera per le discoteche sulla spiaggia di Riccione. Inascoltabile, a meno di non apprezzare il “genere”. E alzi la mano chi ha il coraggio di ammetterlo. Voto: 4

RKOMI – Insuperabile.  Boh. Senza infamia e senza lode, e forse per Sanremo questo è il giudizio peggiore. L’attacco è tosto, à la Måneskin, ma non ha seguito. L’autotune sul ritornello fa male al cuore. Voto: 5.5

DARGEN D’AMICO – Dove si balla. Sale sul palco malvolentieri, canta svogliato: è una posa, ma affossa una canzone già di per sé dimenticabile. Voto: 5

GIUSY FERRERI – Miele. La canzone più convincente nella musicalmente arida prima serata del Festival arriva sulla sirena. Peccato che Miele non sfrutti quasi per nulla le capacità vocali della sua cantante. Se Giusy Ferreri avesse osato di più, avrebbe fatto centro. Voto: 7.5

 Per questa prima serata è tutto. Buonanotte!

Cultura
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martedì 16 Aprile 2024