Sala Depero: un’opera d’arte totale

Fortunato Depero (Fondo, 1892 – Rovereto, 1960) è stato uno degli artisti afferenti al Movimento Futurista, fondato nel 1909 da Filippo Tommaso Marinetti. Eclettico e fortemente inventivo, spaziò in tutti i campi dell’arte – dalla pittura, alla scultura, dal sonoro al teatro, dall’arredo alle scenografie, dai giocattoli alla pubblicità – e lavorò con membri di spicco dell’epoca, come l’impresario teatrale Diaghilev e il poeta Clavel; con marchi famosi, come Bianchi, Strega e Campari; e persino con riviste come Vanity Fair e Vogue per le quali realizzò alcune copertine.

Nonostante il suo talento, al termine della guerra subisce pregiudizi ed isolamento a causa della sua precedente appartenenza al regime fascista. A risollevare le sue sorti nel 1953 arriverà l’incarico, da parte della Giunta Provinciale e dell’allora presidente Remo Albertini, di decorare la Sala del Consiglio, precedentemente salone da pranzo e delle feste dell’Imperial Hotel Trento e solo dal 1948 di proprietà della Provincia.

Depero impiegherà tre anni a portare a termine il progetto, il cui proposito esplicita egli stesso come il “passare in rassegna tutti i soggetti che pittoricamente, decorativamente, architettonicamente e simbolicamente mi offriva la nostra terra, così ricca di bellezze naturali, di forze industriali e di attrattive storiche e turistiche”. E infatti dai pannelli dipinti alle lunette, dalle porte lavorate alle imbotti delle finestre, dai soffitti agli arredi, tutte le decorazioni rappresentano il Trentino di quegli anni, a cavallo tra passato (Omaggio ai caduti per la patria in ogni tempo) e futuro (Turismo dinamico e leggendario), tra bellezze artistico/paesaggistiche (Prospettive storiche e simboli folkloristici) e progresso industriale (Potenza idrica e centrale elettrica). Il tutto interpretato in quel suo iconico e riconoscibilissimo stile futurista, basato sull’accostamento di colori forti e vivaci, di linee oblique e zigzaganti, di edifici svettanti in prospettive ardite e di volumi chiaroscurati sempre in movimento. Ai colori chiassosi associa le calde tonalità dei legni e della masonite in un perfetto connubio che gli sarà sempre riconosciuto come la sua opera d’arte totale.

Per dirla con le sue parole: “Nel salone c’è tutto il nostro mondo, un panorama trentino ed italico poeticamente trasfigurato e modernamente composto… “Decorativismo aerodinamico”, così si potrebbe definire il complesso di queste figurazioni e decorazioni… Precisamente un’arte che contiene un disegno sintetico e non analitico; una colorazione unitaria e non sparpagliata, vibrante ed aerea. Una concezione essenzialistica, che si accorda alle nostre aspirazioni riassuntive, alle esigenze del nostro tempo”.

Cultura
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mercoledì 9 Ottobre 2024