Rispolverare la memoria. Romanzi che parlano di Alzheimer
Lisa Genova, "Perdersi", Olivia Rosenthal, "On n’est pas là pour disparaître (non siamo qui per sparire)"
Nel 2007 vengono pubblicati due romanzi che affrontano il tema della malattia di Alzheimer. Uno è stato di recente adattato per il cinema ed è Perdersi di Lisa Genova, la quale decise di vendere il libro porta a porta prima che una casa editrice ne comprasse i diritti.
È la storia di Alice, una professoressa universitaria, delle persone che la circondano, in particolare suo marito e i loro tre figli (tra cui l’immancabile ribelle della famiglia), le loro reazioni e vicissitudini con le prime avvisaglie dell’Alzheimer. Una storia emozionante, che però segue il tipico banale andamento delle “grandi” storie americane: in questo caso la persona malata che non si rassegna e tiene persino un discorso durante il quale tutti immancabilmente piangono e si abbracciano. Una fase del romanzo molto lenta e scontata, che toglie forza al libro, ma che ha dato i suoi frutti hollywoodiani. Nelle battute finali l’autrice utilizza un curioso espediente: il narratore, sempre in III persona singolare racconta la storia non ricordandosi più le parole e i nomi dei protagonisti.
Il secondo non è ancora stato tradotto in italiano, si intitola On n’est pas là pour disparaître, scritto da Olivia Rosenthal. La storia, un po’ reale un po’ reinventata, è quella del Signor T., che un bel giorno, senza alcuna ragione apparente, decide di accoltellare la moglie. Si scopre che il protagonista potrebbe aver avuto una crisi acuta di demenza, una delle manifestazioni possibili dell’Alzheimer, parola che compare per esteso solo nelle parti biografiche sul dottor Alois Alzheimer, lo studioso di inizio XX secolo da cui prende il nome la malattia in questione. Come in Che fanno le renne dopo Natale?, libro successivo e unico pubblicato in Italia di Olivia Rosenthal, il testo si divide tra storia principale, disquisizioni scientifiche, episodi che l’autrice presenta come autobiografici, frammenti di colloqui con il paziente, i quali come si può ben immaginare, appaiono senza senso. E gli appunti del medico di base della famiglia T., riportati in ordine cronologico inverso, risalendo fino alle prime visite in cui si temeva solo che il Signor T. potesse essere diventato un paziente “Alzheimer”.
La scrittrice francese Olivia Rosenthal
L’autrice racconta della decisione di scrivere sulla malattia, ma anche della paura, bloccata da una forma di scaramanzia che colpisce alcuni autori: il timore di narrare eventi spaventosi che poi finiscono per coincidere con la propria realtà. Quando scrive le prime righe il suo corpo infatti si ribella, le fa male, ma prosegue. Molto affascinanti i momenti in cui Olivia Rosenthal si rivolge direttamente ai lettori, invitandoli a partecipare: «Fate un esercizio», dite che una certa persona non la rivedrete mai più, o immaginatevi nella situazione di qualcuno la cui storia è svanita, calcolate il numero delle persone viventi di cui parlate al passato. In questi frangenti la lettura si ferma, si pensa alle proposte dell’autrice, nascono domande e ci si sente parte integrante del suo progetto.
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domenica 8 Dicembre 2024