“Povere Creature”: Yorgos Lanthimos rivela un mondo visionario

Nel panorama cinematografico del 2023, pochi film hanno suscitato tanto interesse e dibattito quanto “Povere Creature” (“Poor Things”), l’ultima opera del regista greco Yorgos Lanthimos. Conosciuto per il suo stile distintivo e la sua capacità di esplorare l’assurdo e il surreale, Lanthimos ha ancora una volta dimostrato di essere uno dei cineasti più innovativi del nostro tempo.

Un racconto visionario

Basato sul romanzo omonimo di Alasdair Gray, “Povere Creature” racconta la storia di Bella Baxter, una giovane donna riportata in vita da un eccentrico e geniale scienziato, Godwin Baxter. Interpretata da una straordinaria Emma Stone, Bella è un personaggio che incarna l’innocenza e la curiosità, ma anche una feroce determinazione a esplorare il mondo e la sua stessa identità. È bambina in un corpo di donna e il suo viaggio è anche la sua crescita verso l’emancipazione, portando con sé il potentissimo messaggio di non avere gabbie, o limiti, o padroni, per essere addomesticati a vivere.

Autodeterminazione, libero arbitrio e consenso sono solo alcuni dei temi che Lanthimos apre a ventaglio davanti ai suoi spettatori, entrando nella profondità di tutti gli atavismi e chi segue il film ne sente dentro tutto lo sconquasso che queste riflessioni portano. Anche per chi crede di essersi già culturalmente vaccinato, si scopre ancora ottuso e ancorato a qualche forma di moralismo ben nascosto in qualche regola della buona educazione e della buona società.

Perché Emma Stone, così piacente, in mezzo a sguardi predatori, trainata dai suoi impulsi, che si sottrae alla dinamica patriarcale e non è mai sazia di fare ciò che vuole quando vuole, dà fastidio. E quando “puttana” diventa un sinonimo di donna libera, chiunque si sia mai sentito offeso con questo appellativo, esce ora a testa alta. E chi utilizza simili parole si sente impotente, come tutti quelli che non sono riusciti a frenare e a possedere l’anima della protagonista.

“Perdonami se ti ho rapito, ma è stato un atto d’amore.” È una delle iconiche frasi dette da un personaggio a Bella: follia o realtà? Ci viene da ridere, ma poi ci assale la paura: è attualità dolorosamente reale.

Emma Stone offre una performance memorabile, riuscendo a bilanciare la vulnerabilità e la forza in un ruolo complesso e sfaccettato.

Il cast

Il film vanta un cast eccezionale, che oltre a Emma Stone include Mark Ruffalo nei panni di Duncan Wedderburn, un avvocato cinico e ambizioso che diventa uno degli interessi amorosi di Bella, e Willem Dafoe, che interpreta Godwin Baxter con una profondità e un’intensità che rendono il suo personaggio indimenticabile. Ogni attore contribuisce a creare un mondo credibile e immersivo, in cui ogni dettaglio sembra essere stato curato con meticolosa attenzione.

La regia

La regia di Lanthimos è, come sempre, caratterizzata da una visione estetica unica. Il regista utilizza una combinazione di inquadrature stilizzate, movimenti di macchina inaspettati e una palette cromatica ricca e variopinta per creare un’atmosfera che è allo stesso tempo incantevole e inquietante. La sua capacità di mescolare il grottesco con il sublime, il comico con il tragico, rende “Povere Creature” un’esperienza cinematografica affascinante e indimenticabile.

I temi, anche quelli che non si dicono

“Povere Creature” è un film che invita alla riflessione su temi profondi e non solo attraversi i discorsi dei personaggi. Bisogna ascoltare le musiche e guardare i colori, soprattutto quelli del vestito di Bella che cambiano durante la sua crescita: il giallo è la sessualità, il bianco il matrimonio, il rosso è la vendetta e il blu è la sensibilità interiore e la crescita mentale.

Bella Baxter, con la sua resurrezione, rappresenta una seconda possibilità, una rinascita che le permette di sfidare le convenzioni sociali e le limitazioni imposte dalla sua epoca.

Il film esplora anche il ruolo della scienza e della tecnologia nella nostra vita, sollevando interrogativi etici su ciò che significa essere umani e sui limiti del progresso scientifico.

Conclusione

“Povere Creature” non è solo un film; è un’opera d’arte che invita lo spettatore a immergersi in un mondo fantastico (ma non surreale) e a riflettere sulle grandi domande dell’esistenza umana.

Rimane aperta una domanda, per tutti: siamo sicuri di sapere davvero chi siamo? Ci comportiamo in un certo modo, perché ci hanno detto che si deve fare così, ma dove finisce la morale e dove inizia ciò che una persona è davvero? Quante imposizioni bisogna togliere, prima di sapere chi siamo?

Con una regia impeccabile, interpretazioni straordinarie e una narrazione che sfida le convenzioni, Yorgos Lanthimos ha creato un capolavoro che rimarrà impresso nella memoria del pubblico per molto tempo.

Cultura
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lunedì 9 Dicembre 2024