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Il Verbo dei Rolling Stones a San Siro

Non di rado capita che le religioni si accapiglino l’un l’altra nel tentativo di dimostrare che il proprio Messia è il più carismatico e influente di tutti. Sono disposte a dichiararsi guerra e ad alzare muri pur di affermare una fantomatica supremazia. Quanto odio si sarebbero risparmiate, se solo fossero venute a San Siro lo scorso 21 giugno.

Chi era a San Siro quel caldo martedì sa perfettamente che il Messia è in effetti uno solo e che ha un nome e un cognome: Mick Jagger. Jagger è il Profeta che l’umanità non merita, ma di cui ha bisogno. Egli ha consegnato il Verbo a noi 57 mila fedeli seguaci, accorsi allo stadio per sentire la Verità, solo la Verità e nient’altro che la Verità.

Alcuni infedeli sostengono che di recente – la settimana prima del concerto, per la precisione – Mick Jagger abbia avuto il Covid. Gli stolti non sanno che è il Covid ad avere avuto Mick Jagger. Gli stolti non sanno che lo stesso 21 giugno non era il primo giorno d’estate perché così vuole il calendario, ma perché così ha deciso Mick Jagger. La sua sola presenza determina il mutare delle stagioni e influenza lo scorrere del tempo, giacché Egli, del tempo, fa ciò che vuole.

Egli del tempo fa ciò che vuole, altrimenti non si spiega come a 79 anni – con alle spalle una vita non esattamente da impiegato d’ufficio – sia in grado di correre, di saltare, di ballare e di trascinare una folla con simile veemenza. È come se i Rolling Stones fossero divisi a metà: da un lato le stones, le rocce su cui si erge la band, ovvero Ronnie Wood e Keith Richards; dall’altro, il rolling, colui che a stare fermo proprio non ci riesce. Wood e Richards sanno che l’anima del gruppo è Jagger e neanche ci provano a nasconderlo. Per esempio. Più o meno a metà del concerto, Mick si è preso una pausa (leggi: ha concesso a noi mortali una pausa) e Keith ha avuto un momento da solista. Ha imbracciato la chitarra e, al centro della scena, con la sua improbabile cuffietta giallo canarino, ha eseguito You Got the Silver e Connection. “Keef” è una leggenda, e quello è stato un bel momento, però… Però tutto lo stadio non aspettava altro che il ritorno del suo Profeta. Era percepibile, addirittura palpabile e spudoratamente ovvio che fosse così, nonostante tutta la riverenza nei confronti di Richards.

Jagger chiede di cantare Wild Horses, il pubblico canta a squarciagola Wild Horses. Jagger chiede di ballare come scimmie indemoniate durante Jumpin’ Jack Flash, il pubblico balla come scimmie indemoniate durante Jumpin’ Jack Flash. Il motivo è semplice: Mick Jagger è il Profeta del rock ‘n’ roll.

Vederlo dal vivo è un’esperienza lisergica. Provateci a non ascoltarlo, il suo Verbo: non ci riuscirete.

Il 21 giugno 2022, a Milano, è avvenuta l’Agnizione. Preghiamo.

P.S. A Charlie Watts, che sapeva dominare il tempo anche meglio del Profeta.

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venerdì 9 Giugno 2023