Chiudi

Un'esperienza su misura

Questo sito utilizza cookie tecnici e, previa acquisizione del consenso, cookie analitici e di profilazione, di prima e di terza parte. La chiusura del banner comporta il permanere delle impostazioni e la continuazione della navigazione in assenza di cookie diversi da quelli tecnici. Il tuo consenso all’uso dei cookie diversi da quelli tecnici è opzionale e revocabile in ogni momento tramite la configurazione delle preferenze cookie. Per avere più informazioni su ciascun tipo di cookie che usiamo, puoi leggere la nostra Cookie Policy.

Cookie utilizzati

Segue l’elenco dei cookie utilizzati dal nostro sito web.

Cookie tecnici necessari

I cookie tecnici necessari non possono essere disattivati in quanto senza questi il sito web non sarebbe in grado di funzionare correttamente. Li usiamo per fornirti i nostri servizi e contribuiscono ad abilitare funzionalità di base quali, ad esempio, la navigazione sulle pagine, la lingua preferita o l’accesso alle aree protette del sito. Comprendono inoltre alcuni cookie analitici che servono a capire come gli utenti interagiscono con il sito raccogliendo informazioni statistiche in forma anonima.

Prima parte6

cm_cookie_cookie-wp

PHPSESSID

wordpress_test_cookie

wordpress_logged_in_

wordpress_sec_

wp-wpml_current_language

YouTube1

CONSENT

Scopri di più su questo fornitore

Google3

_gat_

_gid

_ga

Scopri di più su questo fornitore

Mozart ai tempi del social, intervista al pianista Mauro Cecchin

Mauro Cecchin ha intrapreso lo studio del pianoforte all’età di 6 anni, mentre a 13 ha tenuto il primo intero concerto solistico. Dai 18 ai 24 anni si è perfezionato al Conservatorio Tchaikovsky di Mosca, dove si è diplomato con il massimo dei voti e la lode. Tra i suoi successi più recenti, un secondo posto al “Bradshaw & Buono International Piano Competition” di New York e un primo posto al “Rocky Mountain Music Competition” di Toronto.

Mauro, che cosa ti ha spinto ad andare a Mosca?

Ciò che mi ha spinto a partire è l’attrazione che provo verso l’arte e i luoghi che di essa sono permeati. Il Conservatorio di Mosca, il fascino dell’inverno e la ricchezza del programma musicale che avevo seguito in quel luogo, per certi versi sacro, mi hanno dato la spinta a ritornare per iscrivermi, superare gli esami, sopravvivere alla vita nel dormitorio per sei anni, imparare la lingua, integrarmi in quella cultura, essere all’altezza delle sfide pianistiche e non solo. Tutto ciò è scaturito da questo e dalla mia passione per la musica. E un po’ dall’incoscienza del me diciannovenne.

Progetti futuri? Hai un sogno in particolare?

Sogno di poter continuare a suonare e imparare tutta la vita, e lo realizzo giorno dopo giorno. Mi appassiona lo studio, passo le giornate a imparare nuovi repertori, quando non insegno. E poi imparo molto dai miei allievi e ogni giorno ho nuove idee e strategie da trasmettere loro con entusiasmo grazie allo studio personale. Piani? Ne ho molti, all’orizzonte non troppo lontano c’è un bel progetto discografico che mi impegnerà l’estate e una piccola pubblicazione editoriale.

Nell’immaginario collettivo, la cosiddetta “musica classica” appartiene al passato. Come vedi il rapporto tra la tua musica e il presente? Credi che musica classica e social possano dialogare?

La musica classica dialoga con i social da quando si sono diffusi. È ovunque: anche in tv, alla radio, o quando chiamo la compagnia dell’acqua per una bolletta e mi mettono in attesa (povero Handel!). La musica, di ogni genere, è onnipresente nella nostra vita. Ciò che abbiamo vissuto nel 2020 ci ha dato l’opportunità di consolidare l’utilizzo dei più recenti mezzi divulgativi, aiutandoci però a capire che esiste una realtà al di fuori dell’internet, alla quale esso non si può sostituire, pur potendola egregiamente integrare.

Se dovessi suggerire un compositore a chi desidera avvicinarsi a questo genere, chi indicheresti e perché?

È una domanda difficile, molto dipende dalla sensibilità della persona. So che molti sono incuriositi da Frédéric Chopin, per lo meno se rimaniamo nell’ambito della musica non contemporanea… Forse il suo linguaggio risulta più comprensibile; tuttavia io leggo nella sua scrittura contenuti stratificati: a un orecchio più professionale, così come a un cuore più vissuto, la sua musica può schiudere significati più profondi. Questo vale per molta della produzione dei grandi compositori, perciò è difficile scegliere la musica per qualcun altro. Le opere dei compositori occidentali (Bach, Handel, Haydn, Mozart, Beethoven, Schumann, Brahms, per citarne alcuni) sono universalmente comprensibili, a qualche livello, per noi che siamo cresciuti nella stessa cultura.

Per seguire Mauro Cecchin è possibile collegarsi alla sua pagina Facebook e al suo canale youtube.

Cultura
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

  • Il #Moltiplicazionifestival 2022 ha avuto tra i suoi protagonisti i green content creator Alice P ...
  • Nel corso del #Moltiplicazionifestival è stato proiettato il documentario “PrimAscesa – la m ...
  • Tra gli eventi di apertura del Moltiplicazioni 2022, si è tenuto un dialogo d’ispirazione ince ...
  • Vi raccontiamo in quest'approfondimento l'incontro "Siamo Ovunque. Dialoghi ed esplorazioni sul m ...
  • La nostra redazione, lo scorso fine settimana, ha seguito il #moltiplicazionifestival di Rovereto ...
  • Puntuale come ogni anno, prima della fine dell’estate, anche nel 2022 è tornato Poplar Festiva ...

domenica 28 Maggio 2023