Le note della Memoria

Nel 2004, il 2,7% degli italiani credeva che la Shoah non fosse mai esistita. Nel 2020, secondo il rapporto Eurispes, a negare l’Olocausto è il 15,6%, mentre per il 16,1% si tratta di un evento “da ridimensionare”. Qualsiasi riflessione sul Giorno della Memoria non può ignorare la crescita tanto esponenziale quanto preoccupante di quelle percentuali: ricordare è giusto e doveroso, ma non basta più. Occorre agire, parlare, testimoniare, esporsi. Perché alcuni valori possono fare la differenza ed essere veramente efficaci solo se condivisi.

Da questa premessa nasce Ad Irene, composizione per pianoforte di Davide Penna, giovane polistrumentista piemontese. Da questa premessa, ma anche da un rimpianto. Davide avrebbe voluto che fosse Irene, la nonna della sua compagna, a raccontare in prima persona la sua testimonianza, la sua Memoria: il ricordo del marito Andrea, deportato e sopravvissuto ai campi di Strasund, la miseria e la paura dei rastrellamenti nazifascisti.

Per questo motivo qualche anno fa aveva pensato a un’intervista; temendo però di renderla bersaglio di attacchi – paura più che legittima, viste le percentuali citate prima – aveva poi preferito non chiederle di farsene carico. Pochi mesi dopo, un cancro l’avrebbe portata via. Da allora, Davide sente di aver perso l’occasione preziosa di eternare il suo ricordo.

Sarebbe facile, persino comprensibile, credere che sia tutto perduto. Ma, per fortuna, ancora una volta l’arte viene in soccorso di chi si sente perso: così la passione di Davide per la musica ha trovato il modo di dare voce alla storia di Irene, ricamata sul pentagramma. Ad Irene non è soltanto un brano denso e toccante, ma anche una commovente colonna sonora che accompagna immagini della guerra e dell’Olocausto, affinché la Memoria di una si ricongiunga alla Memoria di tutti.

Questa composizione vuole quindi essere una spinta propulsiva, sia per ricordare una donna straordinaria, sia per invitare chiunque la ascolti a non restare inerme di fronte all’odio e all’ignoranza. «Vorrei che nessuno facesse il mio stesso errore», commenta Davide.

Un augurio per questo Giorno della Memoria e, soprattutto, per tutto l’anno: non dimentichiamo il nostro ruolo di sentinelle attive perché, come sottolinea Liliana Segre, razzismo e antisemitismo ci sono sempre stati, e la storia è fatta di corsi e ricorsi.

Cultura
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sabato 27 Luglio 2024