La Clementina
La notte del 31 dicembre del 1700 il cardinale Giovanni Francesco Albani non aveva avuto voglia di festeggiare a causa di una insistente preoccupazione che lo tormentava da giorni. Qualche settimana prima, a soli 51 anni, era stato eletto papa con il nome di Clemente XI, ed immediatamente si era fatto coinvolgere da quel problema di cui i dotti ecclesiasti discutevano sempre. Purtroppo, quel maledetto anno secolare, coincidente con la sua nomina, era giunto nel momento meno opportuno e come erede dei pontefici massimi romani toccava a lui gestirlo.
Per la prima volta dall’emissione nel 1582 della bolla Inter Gravissimas, il calendario
Gregoriano, declassando il 1700 ad anno non bisestile, si era discostato da quello Giuliano. C’era in gioco la disputa con la Chiesa protestante che non aveva accettato la riforma, e pertanto bisognava dimostrare che le feste mobili, come la Pasqua, dipendenti dall’esatta determinazione dell’equinozio, si celebrassero senza errori, in accordo con le disposizioni del concilio di Nicea.
Per risolvere ogni dubbio relativo alla riforma gregoriana Clemente XI decise di far costruire a Roma una meridiana a camera oscura, affidando i lavori all’astronomo e storico Francesco Bianchini.
Nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri questi non si limitò soltanto a quel compito, ma realizzò un magnifico laboratorio scientifico dotato di numerosi strumenti e di notevole valore artistico. In particolare si distinguono la meridiana boreale che ha permesso di tracciare sul pavimento della chiesa le orbite ellittiche della stella polare attorno al polo nord celeste in vari anni secolari, e il cronometro equinoziale per verificare l’esatto istante dell’evento.
Durante l’inaugurazione del 1702 Clemente XI fu incantato dall’opera, che con i suoi marmi capitolini lucidi e colorati emergeva dal pavimento in cotto, all’interno della sobria struttura progettata da Michelangelo.
La meridiana Clementina dimostrò la bontà della riforma gregoriana e grazie alla stabilità delle mura delle terme di Diocleziano, che con moderna sensibilità erano state inglobate nella basilica, garantì misurazioni precise del mezzogiorno vero fino al 1846, quando fu sostituita dal cannone del Gianicolo.
Neanche mezzo secolo dopo il Vanvitelli osò metter mano sull’opera del sommo maestro, causando gravi danni alla meridiana e impartendo all’interno fattezze Rococò di cui ritengo non ci fosse alcun bisogno.
La meridiana è sopravvissuta in stato di degrado fino all’ottimo restauro per il giubileo del 2000 eseguito dallo specialista Mario Catamo, che ha creato i presupposti per la futura cura e valorizzazione di quest’opera unica al mondo.
Il 16 novembre sono andato fiducioso in basilica per fotografare il transito del sole. Una scolaresca, incurante dei miseri cordoncini di protezione, bivaccava sopra di essa, mentre il professore tracciava a matita crocette e trattini sui marmi millenari.
Non aggiungo altro, e che papa Clemente ci perdoni!
Cultura
l’ottimo Regis ha prodotto un altro dei suoi interessantissimi articoli!