Il coraggio di guardare il mondo in profondità, intervista a Marino Sinibaldi

Foto di Stefania Gadotti
La cultura come antidoto alla paura è stato il tema centrale dell’ultimo appuntamento della rassegna “Agosto degasperiano 2021” tenutasi mercoledì 25 agosto nella splendida cornice di Castel Ivano. Ospite il giornalista e conduttore radiofonico Marino Sinibaldi che abbiamo avuto piacere di intervistare proprio per parlare di cultura e degli strumenti che essa offre, tra cui quello importantissimo della lettura.
Quale pensa possa essere il ruolo della lettura nell’aiutarci a percorrere i sentieri incerti della vita, che siano temporanei o duraturi?
La lettura è una delle esperienze più preziose e importanti nelle situazioni di incertezza individuale e collettiva, per almeno due ragioni. La prima è che non vi sono molte esperienze culturali che riescono ad andare alla profondità dei problemi e delle sfide come la lettura, proprio per la sua natura di attenzione e concentrazione. Nei libri troviamo le forme, i modi e le parole per farci – e per condividere – le domande importanti, quelle che soprattutto in questo momento hanno a che fare con l’angoscia dell’incertezza. La seconda ragione risiede nel fatto che la lettura è anche un grandissimo strumento di evasione: non c’è nulla di futile o di frivolo nell’evadere, anzi quando il mondo si stringe intorno a noi – come nel caso del lockdown – la fantasia dei mondi che troviamo nei libri fa bene alla salute, poiché ci dà modo di respirare e di alzare lo sguardo.
Se la lettura è un’esperienza che si vive principalmente in solitudine, in che modo può aiutare a rapportarci meglio con gli altri?
La lettura è in realtà una forma di solitudine molto affollata poiché è riempita da tutte le figure – immaginarie sì, ma potenti e intense – che incontriamo leggendo, ed è un atto che ci mette in relazione con gli altri, come chi ha scritto il libro, lo ha edito o lo ha letto prima di noi. Esistono inoltre molte forme di condivisione di questa attività – da quelle più tradizionali dei circoli di lettura, a quelle nate sui social – che consentono di condividere ciò che si è letto e le emozioni provate. L’esperienza della lettura ritengo abbia una felice duplicità: fisicamente può essere una forma di isolamento, che consente quella zona di singolarità che serve in alcuni momenti di affollamento e rumore; culturalmente è una forma di relazione molto allargata, con gli altri e con il mondo.
Con la diffusione dei media e dei supporti digitali come crede sia cambiata la lettura?
Per quanto il libro sia da sempre un oggetto semplice, leggero e wireless ciò che è cambiato riguarda la maggiore accessibilità, mobilità, semplicità e facilità della lettura; quindi, dal punto di vista tecnologico, vedo delle opportunità. Ciò che invece non è cambiato si riscontra nel fatto che l’esperienza della lettura fatta anche sulle cinque righe di un tweet è comunque un’esperienza di attenzione alle parole. Ci sarebbe da riflettere su quanto i social possano interrompere l’attenzione alle parole che dovrebbe essere implicita in ogni lettura, scrittura e conversazione. Bisogna dunque notare come la diffusione di queste nuove possibilità di comunicazione contenga il rischio di abbassare la qualità della parola, compromettendo l’elemento essenziale di ogni lettura.
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giovedì 5 Ottobre 2023