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Visioni d’Europa: “Alle porte dell’UE: migrazioni, istituzioni e diritti”

Migrazioni alle porte dell’Unione Europea, diritti dei migranti e diritto degli Stati sono tra i temi più caldi nelle cronache dell’ultima decade. E hanno rappresentato l’argomento di discussione del quarto webinar del progetto “Visioni d’Europa 2020”, promosso dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi e dall’ufficio Politiche giovanili del Comune di Trento.

Protagonista dell’incontro in diretta online è stato Simone Penasa – assistente professore di Diritto costituzionale comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento – che ha sensibilizzato i circa 40 spettatori di tutte le età sul tema dell’immigrazione verso l’Unione Europea in chiave giuridica, ma non solo.

«Sul tema dell’immigrazione in Unione Europea c’è bisogno di fare un bagno di realismo» è una delle prime frasi pronunciate dal professor Penasa, il quale ha sottolineato: «I numeri contano, ma conta anche e soprattutto la percezione che i cittadini hanno del fenomeno. Questo spiega la direzione presa da certe politiche nazionali». Difatti, uno studio dell’Eurobarometro svolto sui cittadini dell’UE ha riportato che in media una persona su due pensa che ci siano più immigrati irregolari che regolari (28%), o che più o meno si equivalgano (18%). Nel caso specifico dell’Italia, il 16% crede che siano di più i regolari (secondo dato più basso in Europa) e il 47% che siano di più gli irregolari (secondo dato più alto). Inoltre, gli italiani credono che gli immigrati sul territorio siano il 25%, mentre in realtà sono poco più di un quarto, il 7%. «E ciò – ha detto Penasa – è dovuto all’esperienza mediatica».

Immigrati e stranieri… «Ma di quali stranieri stiamo parlando?» con questa domanda il professore è entrato nel vivo del discorso. Le istituzioni dell’Unione Europea e gli Stati sono determinanti nella qualificazione giuridica degli stranieri, il cui destino cambia a seconda dello status giuridico che viene loro riconosciuto. «Il confine europeo diventa un punto d’incontro tra identità statale e vita personale, momento topico per decidere della vita delle persone, ma è anche spesso punto di scontro tra regole statali e garanzie per la persona che arriva». Gli esempi di violazione del diritto alla richiesta di asilo sono molteplici, e tra il 1990 e il 2017 sono stati costruiti 15 muri, che, così come la politica dei “porti chiusi”, sono modi di esprimere fisicamente distanza dalla volontà di garantire i diritti di cui sopra. Ma allora verso che direzione bisognerebbe andare? «La soluzione primaria sarebbe eliminare la regola del primo Paese d’arrivo. È difficile, perché significherebbe sottolineare una vera e propria appartenenza europea e perché proprio l’immigrazione è il punto nevralgico dello scontro tra le spinte integrazioniste dell’UE e quelle sovraniste degli Stati». Il tema è spinoso, soprattutto a fronte di visioni diametralmente opposte tra i diversi attori coinvolti. Ma, probabilmente, solo cooperando se ne potrà uscire.

Il prossimo webinar del ciclo “Visioni d’Europa 2020” intitolato “La governance economica dell’UE ai tempi del Next Generation Eu” avrà come ospite Andrea Fracasso e sarà trasmesso oggi pomeriggio (venerdì 2 ottobre) alle 17.

Gabriel Marciano

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