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La memoria di una panchina rossa

Il rosso è il colore della vita.

Sangue, passione, rabbia. Il rosso è amore.

Fuoco che consuma e riaccende costantemente il proprio ardore.

Il rosso è debito, vergogna, furore.

Il rosso è paura, avvertimento.

Il segnale che ci costringe a frenare e ad arrestarci.

Un colore dai mille significati. Un colore che racchiude in sé un intrinseco senso di potere, predominanza o sottomissione che sia.

Un colore simbolo di infanzia e di ingenuità che si veste di irrequietezza, attrazione e forza.

E così, anche una panchina può farsi portatrice di significati più profondi. Una panchina rossa come il sangue, l’amore e il pudore.

Una panchina che dà origine a una riflessione e che, come di fronte ad un semaforo, ci impone di rallentare fino a fermarci mettendoci davanti ad uno stop contrassegnato dalla parola “NO”.

Il progetto “panchine rosse” nasce nel 2014 a Torino con l’intento di avviare una sensibilizzazione a trecentosessanta gradi sul tema del femminicidio e della violenza contro le donne. Un’iniziativa nata a partire dagli Stati Generali delle Donne e ampliata successivamente a livello territoriale fino a raggiungere il maggior numero possibile di comuni, associazioni, scuole e imprese. Colorare non dico tutte, ma almeno una delle ordinarie panchine che popolano le città di rosso in segno di rispetto e omaggio contro tutte le donne vittime di violenza.

La panchina assume un nuovo status e la materia si impregna di significato. L’effimera funzione oggettuale viene ricoperta da una mano di colore rosso diventando un simbolo architettonico. La panchina si trasforma in un monito tangibile, visibile e permanente il cui unico obiettivo è quello di farsi notare. Le panchine tinte di rosso invadono piazze, strade e parchi, si confondono tra le persone per poi riemergere in un colpo d’occhio difficile da dimenticare. Una panchina vuota che imprime un ricordo indelebile. Una donna invisibile è lì, seduta su quella panchina rossa come il colore che emana: amore, dolore, fuoco, coraggio, forza, sangue.

Il ricordo di una presenza che si rivela assenza di una e di quella donna invisibile il cui vuoto è ormai impossibile colmare. “Panchine rosse” è un progetto dedicato a tutte le donne che su quella panchina si sono già sedute macchiandola del loro stesso colore: mamme, mogli, amiche e figlie. Un invito ad alzare la testa e a dire “no” alla violenza con la stessa urgenza che solo il colore rosso è in grado di evocare. Un monito a fermarsi e a trasformare in volti tutti i vuoti che su quelle panchine si sono soffermati incidendo la loro firma.

Un filo rosso che oggi – Giornata Interazionale della violenza contro le donne – vi invito ad afferrare e stringere. Per non dimenticare.

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venerdì 29 Marzo 2024