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Col chiodo o desnudi, tutti calmi

Dovremmo essere tutti più incazzati. Ce lo dicono i talk-show perché, si sa, la collera fa audience. Lo ha detto uno degli istigatori per eccellenza, il Santoro di Servizio Pubblico, riprendendo la Marcia degli incazzati di Benigni: fanculo tutti i politici, ma fanculo anche noi perché, parole sue, «ho passato così tanta parte della mia vita a farvi incazzare che vedervi incazzati alla boia mi fa incazzare». Insomma, non siamo nemmeno capaci di inalberarci come si deve. Ce lo dicono i leader alla ricerca del voto di protesta: lo grida forsennatamente Grillo, che dopo aver fatto il pieno con la bile degli italiani, sta demolendo a forza di editti tutto quello che di utile il suo movimento poteva apportare; lo dice Salvini, che con la sua onnipresente presenza felpata raccoglie i consensi dei delusi, anche dei meridionali, quelli che a Pontida proprio lui definiva ‘puzzoni’. E lo diciamo anche noi, cercando forse di delegare ad altri la nostra parte di acredine.

Sta di fatto che invece restiamo calmi, quasi indifferenti. Come se avessimo perso fiducia non solo nella politica, ma anche nella nostra rabbia, che del resto è uno dei principali movimenti intestinali che avvicinano il cittadino al seggio elettorale. Ci siamo forse accorti che affidare il nostro prezioso voto all’arrabbiato di turno – più sbraita più è duro e puro – non è poi un grande affare. C’è poi da dire, a mo’ di giustificazione, che siamo assuefatti ad ogni bruttura. Questa settimana infatti ci sarebbero sufficienti capi d’accusa per mettere alla gogna gran parte dell’Amministrazione pubblica italiana: Transparency International piazza l’Italia al primo posto tra i Paesi dell’UE per corruzione. Con un tempismo micidiale, il dato è stato confermato concretamente poche ore dopo con una trentina di arresti a Roma, dove tutto d’un colpo si è scoperto che i 3 chilometri dello Stretto di Messina non potranno più essere un alibi per dire che nei palazzi dello Stivale la mafia non c’è.

L’intero 2014 è stato poi un anno tragicamente succoso, dove gli scandali – MOSE ed Expo 2015 in primis – non si sono fatti mancare, come croccantini da inzuppare nel minestrone già di per sé indigesto che è l’Italia della crisi. Si potrebbe dunque supporre che la nostra irrazionale tranquillità apparente, questo caos calmo alla Veronesi, sia dovuta ad una cieca fiducia per un futuro migliore, affidato magari alle mani di una rinnovata classe politica che spazzi via corruzione e degrado. Ma a chi vorremmo dare il timone della nostra nave malconcia? Se lo domanda anche il settimanale Oggi, affiancando alla domanda «affidereste l’Italia a quest’uomo?» l’immagine di un Salvini nudo, di verde incravattato e troppo poco coperto da candide lenzuola, un’inguardabile connubio tra un tronista e un Mussolini a petto nudo che trebbia il grano. Come se la corsa verso Palazzo Chigi fosse ormai una sciatta battaglia a suon di copertine imbarazzanti (vedi il Renzi-Fonzie dell’anno scorso). Tutti calmi, sì?

Corruzione-590

 

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