Under UnderTrenta: intervista al Direttore Responsabile Federico Oselini
Attenzione: quest’intervista è stata rilasciata sotto coercizione.
A metà tra le rubriche La redazione si racconta e Giovani e lavoro non potevamo non estorcere un’intervista al neo promosso direttore responsabile di UnderTrenta Federico Oselini. Classe 1990 sale al banco dei testimoni con aria imbarazzata e umilmente ammette: “Il direttore responsabile coordina l’attività del giornale e ne detta la linea, mentre il direttore editoriale, Mauro Marcantoni, è colui che ha impostato il progetto, ne ha tracciato il primo solco e continua a essere un fondamentale punto di riferimento per tutti noi”.
Già dal 2019 Federico svolgeva il ruolo di coordinatore della testata ma per vari motivi personali non si era ancora iscritto all’albo dei pubblicisti. “Ho rimediato a marzo di quest’anno: prima di allora avevo sempre alternato il lavoro di giornalista ad altre occupazioni, come per esempio in uffici stampa ”.
Laureato in Lettere, la sua grande passione, insieme alla scrittura, è la musica. “Il giornalismo è un mondo molto liquido che permette di esprimersi in ambiti diversi – personalmente io prediligo la cultura e lo sport -, di sperimentare e di mettersi alla prova seppur con serietà e professionalità. Ho sempre avuto una grande curiosità che fin dall’inizio mi ha spinto in questa direzione. La scrittura come forma di racconto mi affascina e mi permette di espletare due necessità: da una parte quella di raccontarmi – quando si sceglie di parlare della realtà si sceglie implicitamente di parlare anche di se stessi – e dall’altra quella di raccontare storie altrui. In effetti mi sento molto storyteller, e questo si coniuga perfettamente anche con la mia attività di cantautorato”.
La consapevolezza del piacere della narrazione gli è giunta frequentando il Liceo Scientifico Enrico Medi di Villafranca di Verona quando al secondo anno gli è stato proposto di partecipare alla prima edizione del giornalino scolastico. “Fino ad allora la passione per la scrittura si era declinata nelle classiche agendine giovanili nelle quali raccontavo le mie giornate in modo quasi cronistico. Partecipando alla redazione del giornalino, sono rimasto folgorato dall’impatto che quest’attività aveva sulla comunità studentesca. Messi nero su bianco nella cornice di una testata gli avvenimenti e le problematiche che prima si intuivano soltanto, venivano percepiti in modo più consapevole e critico: mi ha fatto capire quanto questa professione fosse eccezionale. È stata anche la mia prima esperienza come caporedattore”, ride.
Leggi la seconda parte dell’intervista.
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domenica 8 Settembre 2024