“Tutti con un gelato in mano torniamo bambini”: la storia di Riccardo Terragnolo

Riccardo Terragnolo è da circa cinque anni il titolare, assieme alla compagna Roberta Gobbi, della gelateria Terra Ricca a Trento, che da poco ha ricevuto due coni su Gambero Rosso. Questo traguardo ha suscitato in noi un particolare interesse e così siamo stati sul posto per conoscere Riccardo e il suo mondo.

A che età ti sei avvicinato alla gelateria?

Devo ammettere di essermi trovato per caso in questo settore. A 28 anni (per quasi trent’anni) ho preso in gestione il bar gelateria Bistrot a Madonna Bianca con gestione familiare e alcuni dipendenti. Abbiamo iniziato a fare il gelato usando semilavorati che chiaramente avevano una qualità medio bassa. Dopo qualche anno ho deciso di fare dei corsi specializzanti per approfondire al meglio l’arte del gelato. Ho conosciuto luminari tra cui Donata Pancera che considero una delle migliori e Angela Grasso. Non troppo tempo fa ho contribuito all’apertura di due gelaterie a Boston facendo corsi personalmente ed è stata sicuramente una grande soddisfazione.

Come si fa un buon gelato?

 Conoscendo le materie prime, mettendo insieme le idee e i vari ingredienti. Ti svelo una curiosità: il gelato contiene i tre stati della materia: solido (zuccheri), gassoso (aria che il gelato incorpora mantecando grazie alle proteine) e liquido (latte). Siamo tra i pochi che credono nella maturazione naturale del gelato ed è per questo che lo prepariamo il giorno prima mettendolo poi in un macchinario per far sì che il tutto si amalgami bene. Ogni mese amo creare dei gusti particolari: ad aprile ho creato stracciatella di pistacchio e ovetto. Il mese scorso ho voluto creare un gusto chiamato Dolcevita: la dolcezza della vaniglia bianca assieme all’acidulo della fragolina di bosco mi ha permesso di ottenere un’armonia perfetta di sapori.

Da poco avete ricevuto due coni su Gambero Rosso.

Da agosto a fine novembre dell’anno scorso dei collaboratori di Gambero Rosso in borghese sono venuti a provare il nostro gelato. Oltre alla bontà hanno valutato come viene servito, come rimane sul cono, la preparazione del personale, la pulizia, la vetrina. Quando sono stato chiamato per la bella notizia è stata una grande soddisfazione e la nostra missione sarà ora puntare ai tre coni.

Un pensiero per i nostri giovani lettori: che consiglio daresti a chi desidera intraprendere la tua strada?

Sicuramente il lavoro è impegnativo: lavoro 12 ore al giorno tutti i giorni, sabati e domeniche compresi. Sicuramente si incontreranno delle difficoltà ma se si ha passione in qualcosa, tutto diventa più leggero. Tornando alla domanda, consiglio di non guardare solo il lato economico ma di mettere al centro sempre le esigenze del cliente.

Un’ultima battuta: cosa rappresenta per te il gelato?
Il gelato fa sorridere, fa tornare indietro nel tempo alla propria infanzia, ai propri ricordi. Tutti, con un gelato in mano, torniamo ad essere bambini.

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domenica 8 Settembre 2024