Senza silenzio, non esiste la parola

Facciamo fatica a stare in silenzio e a sentire il silenzio attorno a noi. Cerchiamo di riempirlo stando al cellulare, ascoltando la musica, accendendo la tv o trovando sempre qualcosa da fare per tenerci occupati. Nei momenti in cui cerchiamo il silenzio siamo comunque travolti dai rumori: auto, aerei, una chiamata inaspettata, la radio accesa e molto altro.

L’eccesso di rumorosità influisce sulla nostra salute psicofisica: secondo le statistiche dell’OMS, nel 2001 mezzo miliardo di persone riscontravano problemi uditivi ed entro il 2030 questi numeri sono destinati a raddoppiare. Non siamo immersi nel rumore solo quando lavoriamo ma anche durante i nostri momenti liberi questo ci toglie il “tempo per la riflessione”. Essendoci caos fuori, inevitabilmente si crea caos anche dentro di noi.

I pensieri non riescono a mettersi in ordine e spesso non sappiamo cosa desideriamo e perché: occupiamo i nostri momenti liberi nella convinzione che il fare niente o il non sentire niente rappresenti una perdita di tempo.

Il silenzio può quindi diventare una terapia se lo si cerca non solo dal punto di vista uditivo, ma anche interiormente: allenarsi, in alcuni momenti della giornata, a tenere lontani i rumori ci permetterà di sentirci meno stressati, meno stanchi mentalmente e più propensi alla felicità.

Secondo molti studi, infatti, il silenzio favorisce lo sviluppo cellulare nell’ippocampo, area cerebrale collegata alla memoria, e fa affiorare le nostre capacità creative.

Meraviglioso, il silenzio! Eppure noi moderni, forse perché lo identifichiamo con la morte, lo evitiamo e ne abbiamo quasi paura. Abbiamo perso l’abitudine di stare zitti, a stare soli. Se abbiamo un problema, se ci sentiamo prendere dallo sgomento, preferiamo correre a frastornarci con un qualche rumore, a mischiarci a una folla anziché metterci da una parte, in silenzio, a riflettere. Uno sbaglio, perché il silenzio è l’esperienza originaria dell’uomo. Senza silenzio non c’è parola, non c’è musica. Senza silenzio non si sente”. Scrive così Tiziano Terzani, nell’opera “Un altro giro di giostra”.

In queste parole viene ripreso il concetto taoista dello Yin e Yang, in cui non esiste una cosa se non esiste anche il suo opposto: ecco perché intervallare la vita con momenti di silenzio significa dare valore profondo anche alla parola, al caos, alla musica.

Si evince quindi che, senza silenzio, non esiste la parola. E senza parola, inevitabilmente, non c’è la possibilità di costruire insieme concetti e valori di alta qualità.

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lunedì 10 Febbraio 2025