Provare a conoscersi, ogni giorno

Ida voleva volare

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Capita spesso di sentirsi smarriti, mentre si procede a tentoni nei labirintici corridoi della vita.
Vorremmo una forza costante che ci sorreggesse in qualunque occasione. Senza sofferenza, sacrificio, dubbi.
Ma in questo tentativo di barattare la sensibilità personale con l’accettazione dall’esterno, ci siamo persi qualcosa: la nostra unicità.
In un tempo in cui l’omologazione appare come unico supporto e rifugio, la sfida più grande è quella di provare a conoscersi, ogni giorno. E magari accettarsi. Evitando di emulare, ma osando, con la propria unicità. Un po’ come la protagonista di questa breve storia…

Ida voleva volare.
Si arrampicava svelta fino in cima agli alberi e poi guardava giù. Una strana vertigine la assaliva alla bocca dello stomaco. Ma la faceva fremere.
Apriva le braccia come ali e si dondolava.
Pericolosamente, in precario equilibrio.
Immaginava di staccarsi dal ramo e fluttuare libera nell’aria.
Una volta aveva messo un piede in fallo ed era piombata nel vuoto. Pochi attimi di caduta per finire con la schiena a terra. Da quella posizione aveva ammirato l’altezza del suo albero. Le fronde perse nel blu del cielo.
Aveva chiuso gli occhi senza sentire nessun dolore. E si era fusa con l’erba sotto di lei, con la terra, le radici, il muschio, i fiori.
Rialzandosi ancora frastornata aveva sentito la pelle più spessa.
Forse perché la vera sfida non era quella di imparare a volare.
Ma di essere se stessi fino in fondo.
Pensato questo ad Ida sembrò di camminare staccata da terra.
Un po’ più leggera di certo.

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mercoledì 9 Ottobre 2024