Nostalgia portami via

L’arte in tutte le sue molteplici forme ha sempre avuto uno stretto rapporto con il passato, a volte in continuità, a volte in discontinuità. Il confronto con ciò che ci ha preceduto è imprescindibile, ma negli ultimi anni il ritorno al passato è andato sempre più assumendo una forte connotazione nostalgica, che ha trasformato l’assunzione “passato uguale meglio” in un assioma.

Ultimamente gli anni ’80 la fanno da padrone. Tutto è iniziato nel 2016 con il fenomeno serial Stranger Things, per giungere al 2022 all’urlo di “Chimica, chimica, c-c-chimica!” che al Festival di Sanremo ha visto il ritorno dance di Donatella Rettore con Ditonellapiaga.

L’evento sicuramente più indicativo e meglio riuscito arriva però da Hollywood a bordo di un Caccia F/A-18 Super pilotato niente meno che da Tom Cruise nel nuovo Top Gun: Maverick di Joseph Kosinski. Supportato da una trama quasi inesistente, riesce comunque a sbancare il botteghino e a risollevare le sorti delle sale cinematografiche dopo la batosta loro inferta dalla pandemia. Il suo segreto? Il filo diretto che lo collega a doppia mandata al film precedente del 1986 diretto da Tony Scott.

E in effetti l’immersione negli anni ’80 è totale, a partire dai costumi e dagli oggetti di scena – primi fra tutti gli iconici occhiali da sole, il giubbotto e la moto del protagonista – ai baffi di Rooster (Miles Teller), identici a quelli del defunto padre Goose, e al ritorno di Iceman (Val Kilmer) in un cameo, fino alla colonna sonora e alla fotografia. Anche la squadra di giovani piloti che Tom Cruise viene incaricato di preparare ad una missione impossibile sembra ricalcare in toto i personaggi e le dinamiche relazionali dell’originale.

Come detto, se non ci si pongono troppe domande e ci si lascia cullare dal rombo dei rotori l’operazione nel complesso risulta piacevole e divertente – soprattutto se durante la visione ci si sforza di svelare tutti i trucchi messi in atto per non far notare la differenza d’altezza tra Tom Cruise e Jennifer Connelly. Ma c’è un risvolto della medaglia? Gli anni passati erano davvero migliori? Come sottolinea la giornalista statunitense Eileen Jones di Jacobin Magazine il primo Top Gun ben si inseriva all’interno della propaganda politico-militare dell’allora Presidente USA Ronald Reagan. In seguito all’uscita nelle sale, il reclutamento negli aviatori della marina è aumentato del 500% e ora il Pentagono – che ha collaborato e investito nella produzione di entrambe le pellicole – spera in una replica.

Allora mi viene da pensare che forse la nostalgia non sia la risposta migliore. Forse “passato uguale meglio” non è proprio l’assioma che pensavamo. C’è però un ambito artistico in cui la nostalgia si presenta come virtuosa: l’architettura.

Il sentimento nostalgico in questo campo spinge alla tutela di oggetti di pregio, senza però restare ancorata a metodi costruttivi obsoleti, inquinanti e insostenibili che avevano trasformato via Gluck in “case su case, catrame e cemento”.

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sabato 27 Luglio 2024