Chiudi

Un'esperienza su misura

Questo sito utilizza cookie tecnici e, previa acquisizione del consenso, cookie analitici e di profilazione, di prima e di terza parte. La chiusura del banner comporta il permanere delle impostazioni e la continuazione della navigazione in assenza di cookie diversi da quelli tecnici. Il tuo consenso all’uso dei cookie diversi da quelli tecnici è opzionale e revocabile in ogni momento tramite la configurazione delle preferenze cookie. Per avere più informazioni su ciascun tipo di cookie che usiamo, puoi leggere la nostra Cookie Policy.

Cookie utilizzati

Segue l’elenco dei cookie utilizzati dal nostro sito web.

Cookie tecnici necessari

I cookie tecnici necessari non possono essere disattivati in quanto senza questi il sito web non sarebbe in grado di funzionare correttamente. Li usiamo per fornirti i nostri servizi e contribuiscono ad abilitare funzionalità di base quali, ad esempio, la navigazione sulle pagine, la lingua preferita o l’accesso alle aree protette del sito. Comprendono inoltre alcuni cookie analitici che servono a capire come gli utenti interagiscono con il sito raccogliendo informazioni statistiche in forma anonima.

Prima parte6

cm_cookie_cookie-wp

PHPSESSID

wordpress_test_cookie

wordpress_logged_in_

wordpress_sec_

wp-wpml_current_language

YouTube1

CONSENT

Scopri di più su questo fornitore

Google3

_gat_

_gid

_ga

Scopri di più su questo fornitore

Nostalgia portami via

L’arte in tutte le sue molteplici forme ha sempre avuto uno stretto rapporto con il passato, a volte in continuità, a volte in discontinuità. Il confronto con ciò che ci ha preceduto è imprescindibile, ma negli ultimi anni il ritorno al passato è andato sempre più assumendo una forte connotazione nostalgica, che ha trasformato l’assunzione “passato uguale meglio” in un assioma.

Ultimamente gli anni ’80 la fanno da padrone. Tutto è iniziato nel 2016 con il fenomeno serial Stranger Things, per giungere al 2022 all’urlo di “Chimica, chimica, c-c-chimica!” che al Festival di Sanremo ha visto il ritorno dance di Donatella Rettore con Ditonellapiaga.

L’evento sicuramente più indicativo e meglio riuscito arriva però da Hollywood a bordo di un Caccia F/A-18 Super pilotato niente meno che da Tom Cruise nel nuovo Top Gun: Maverick di Joseph Kosinski. Supportato da una trama quasi inesistente, riesce comunque a sbancare il botteghino e a risollevare le sorti delle sale cinematografiche dopo la batosta loro inferta dalla pandemia. Il suo segreto? Il filo diretto che lo collega a doppia mandata al film precedente del 1986 diretto da Tony Scott.

E in effetti l’immersione negli anni ’80 è totale, a partire dai costumi e dagli oggetti di scena – primi fra tutti gli iconici occhiali da sole, il giubbotto e la moto del protagonista – ai baffi di Rooster (Miles Teller), identici a quelli del defunto padre Goose, e al ritorno di Iceman (Val Kilmer) in un cameo, fino alla colonna sonora e alla fotografia. Anche la squadra di giovani piloti che Tom Cruise viene incaricato di preparare ad una missione impossibile sembra ricalcare in toto i personaggi e le dinamiche relazionali dell’originale.

Come detto, se non ci si pongono troppe domande e ci si lascia cullare dal rombo dei rotori l’operazione nel complesso risulta piacevole e divertente – soprattutto se durante la visione ci si sforza di svelare tutti i trucchi messi in atto per non far notare la differenza d’altezza tra Tom Cruise e Jennifer Connelly. Ma c’è un risvolto della medaglia? Gli anni passati erano davvero migliori? Come sottolinea la giornalista statunitense Eileen Jones di Jacobin Magazine il primo Top Gun ben si inseriva all’interno della propaganda politico-militare dell’allora Presidente USA Ronald Reagan. In seguito all’uscita nelle sale, il reclutamento negli aviatori della marina è aumentato del 500% e ora il Pentagono – che ha collaborato e investito nella produzione di entrambe le pellicole – spera in una replica.

Allora mi viene da pensare che forse la nostalgia non sia la risposta migliore. Forse “passato uguale meglio” non è proprio l’assioma che pensavamo. C’è però un ambito artistico in cui la nostalgia si presenta come virtuosa: l’architettura.

Il sentimento nostalgico in questo campo spinge alla tutela di oggetti di pregio, senza però restare ancorata a metodi costruttivi obsoleti, inquinanti e insostenibili che avevano trasformato via Gluck in “case su case, catrame e cemento”.

Approfondimenti
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

  • Il #Moltiplicazionifestival 2022 ha avuto tra i suoi protagonisti i green content creator Alice P ...
  • Nel corso del #Moltiplicazionifestival è stato proiettato il documentario “PrimAscesa – la m ...
  • Tra gli eventi di apertura del Moltiplicazioni 2022, si è tenuto un dialogo d’ispirazione ince ...
  • Vi raccontiamo in quest'approfondimento l'incontro "Siamo Ovunque. Dialoghi ed esplorazioni sul m ...
  • La nostra redazione, lo scorso fine settimana, ha seguito il #moltiplicazionifestival di Rovereto ...
  • Puntuale come ogni anno, prima della fine dell’estate, anche nel 2022 è tornato Poplar Festiva ...

venerdì 9 Giugno 2023